Avigan, tra dubbi e speranze: perchè il farmaco contro il Covid-19 non viene usato in Italia

Avigan. La notizia del nuovo farmaco usato in Giappone ha creato molto scalpore ma anche molta speranza. Il farmaco è stato reso noto grazie al video di un ragazzo italiano, laureato in farmacia, che dalle strade del Giappone parla della situazione Coronavirus nel Sol Levante. Secondo il giovane italiano si tratta di una soluzione che vuole essere tenuta nascosta. Ma gli esperti dicono che non è proprio così.

Cos’è Avigan?

Favipiravir, noto anche come T-705, Avigan o Favilavir è un farmaco antivirale sviluppato da Toyama Kagaku Kōgyō (gruppo Fujifilm Holdings giapponese) che possiede un’attività diretta contro molti virus a RNA. Come alcuni altri farmaci antivirali sperimentali (T-1105 e T-1106), è un derivato della pirazinecarbossammide.

In esperimenti condotti su animali il Favipiravir ha dimostrato attività contro i virus influenzali, virus del Nilo occidentale, virus della febbre gialla, virus dell’afta epizootica, nonché altri flavivirus, arenavirus, bunyavirus e alphavirus. Attivo contro enterovirus è stata anche dimostrata l’attività contro gli enterovirus e il virus della febbre della Rift Valley.

 Il Favipiravir ha mostrato una certa efficacia contro il virus Zika negli studi sugli animali, pur essendo stato meno efficace di altri antivirali come MK-608. Il farmaco ha anche mostrato una certa efficacia contro il virus della rabbia, ed è stato usato sperimentalmente in alcuni umani infetti da questo virus.

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Avigan, sperimentazione in corso

Nel febbraio 2020, i cinesi hanno studiato il Favipiravir come trattamento sperimentale della malattia emergente COVID-19 causata dal SARS-CoV-2. Il 17 marzo, ricercatori cinesi di Wuhan e Shenzhen hanno suggerito che il farmaco è efficace nel trattamento del COVID-19.

In uno studio su 80 pazienti affetti da COVID-19, i medici hanno somministrato il Favipiravir a 35 pazienti. Questo avrebbe accorciato a 4 giorni il decorso della malattia rispetto agli 11 iniziali. Il 91,43% dei pazienti trattati nello studio ha riportato miglioramenti significativi visibili con una TAC rispetto al 62,22% del controllo.

L’utilizzo in Italia

Perché non si usa in Italia? La scienza da tempo opera con rigore per evitare che un farmaco venga usato in malo modo e possa portare a complicanze o rischi ulteriori. Affinché un farmaco possa entrare in commercio in Italia, e in Europa, deve essere sottoposto ad adeguati controlli e studi. In questo caso, in via eccezionale, si vuole accelerare il passo. “In questo senso c’è già una strada aperta con il via libera immediato in Italia a tutte le possibili terapie promettenti. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha infatti attivato, in collaborazione con l’Ema, l’ente regolatorio europeo dei medicinali, una fast track, un iter veloce che consente, nel caso vengano alla luce dati su nuovi farmaci efficaci per combattere Covid-19, di approvarne l’uso negli ospedali in poche ore. I requisiti sono la disponibilità di dati sulla sicurezza dell’impiego nell’uomo”, ricorda l’Aifa all’Adnkronos Salute.

Le controindicazioni

In un articolo del Financial Times del 18 marzo 2020 dal titolo «Flu drug Avigan speeds up coronavirus recovery in early trials» vengono riportati anche gli effetti collaterali – come anomalie fetali per le donne incinta – per i quali i medici giapponesi invitano alla cautela: “Doctors say, however, that Avigan needs to be used with great care and under tight controls because of a serious side effect that could cause foetal abnormalities if a pregnant woman took the drug. Its potential for causing birth defects is one reason Avigan is not used to treat regular flu”.

(I medici affermano, tuttavia, che Avigan deve essere usato con grande cura e sotto stretto controllo a causa di un grave effetto collaterale che potrebbe causare anomalie fetali se una donna incinta assumesse il farmaco. Il suo potenziale per causare difetti alla nascita è uno dei motivi per cui Avigan non è usato per trattare l’influenza regolare).

La situazione in Giappone

Secondo quanto riportato nell’articolo del The Guardian, le autorità giapponesi starebbero usando il farmaco negli studi clinici su pazienti con coronavirus che hanno sintomi lievi o moderati, ma la musica cambia se devono essere trattati pazienti con sintomi più gravi: “But a Japanese health ministry source suggested the drug was not as effective in people with more severe symptoms. “We’ve given Avigan to 70 to 80 people, but it doesn’t seem to work that well when the virus has already multiplied,” the source told the Mainichi Shimbun”. (Ma una fonte del ministero della salute giapponese ha suggerito che il farmaco non era così efficace nelle persone con sintomi più gravi. “Abbiamo dato ad Avigan da 70 a 80 persone, ma non sembra funzionare così bene quando il virus si è già moltiplicato), ha detto la fonte al Mainichi Shimbun.

Come riporta NextQuotidiano, però, la situazione in Giappone non sembra essere così rosea. Perché se è vero che in questo momento si è registrata una flessione del numero dei contagi, entro la prossima settimana è atteso – e lo dicono fonti dell’agenzia Kyodo – una nuova risalita di questo dato per via dei ritardi nelle comunicazione dei nuovi infettati che provengono da alcune isole dell’arcipelago giapponese. Insomma, le autorità sanitarie, a breve, rivedranno le stime nei prossimi giorni.

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