Bambino cieco di 6 anni suona i Queen al piano: il video commuove il web. VIDEO

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Un prodigio, un miracolo della natura quello di Avett Ray Maness, un bambino americano nato con una malattia vascolare della retina e con un talento straordinario: a 11 mesi ha iniziato a suonare a orecchio il piano. 

Il video che sta facendo il giro del web lo mostra mentre suona il pianoforte come un adulto e si cimenta nel capolavoro dei Queen, Bohemian Rhapsody. Basterebbe questo per stupire gli spettatori. Ma Avett non ha solamente sei anni: è anche cieco e ha imparato a suonare lo strumento da solo, a orecchio. Il video che lo immortala all’opera, postato sul suo canale Youtube, è diventato in poco tempo virale e ha milioni di visualizzazioni.

Avett Ray Maness vive in Ohio e, secondo quanto raccontato dalla mamma Sara Moore alla Cbs News, quando aveva solo 11 mesi ha iniziato a suonare il pianoforte: “Ha cominciato a suonare ‘Twinkle Twinkle Little Star’ (una famosa ninnananna inglese, ndr) a orecchio”, ricorda la mamma. Ora, un insegnante lo aiuta e il piccolo prende lezioni. Il primo video del piccolo che è diventato virale sul web è quello in cui chiede alla madre di mandare ad Adele, la cantautrice britannica di cui è appassionato fan, le sue canzoni.Visto il talento straordinario di Avett sono arrivate le richieste per esibizioni in pubblico. In aprile, ad esempio, suonerà per un evento di raccolta fondi mentre ha già suonato in una scuola dell’Ohio davanti a oltre 900 persone.

Il piccolo è nato con retinopatia del prematuro, una malattia vascolare della retina che si manifesta in neonati pretermine. È completamente cieco ad un occhio e vede pochissimo dall’altro. Per questo, è costretto a camminare con un bastone e legge in braille. Per tenere alta l’attenzione sul tema della comprensione e dell’accettazione di persone con necessità speciali, la mamma di Avett ha anche scritto un libro, di cui il bimbo è protagonista. “Siccome Avett non poteva vedere le nuvole, ho scritto ‘Cotton Candy Clouds’ così ora riesce a immaginarle. Il libro è un modo per parlare della diversità e di come siamo tutti speciali. Io vorrei insegnare agli altri a relazionarsi con le persone cieche”, spiega.

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