Bebe Vio, la campionessa paraolimpionica, è finita nel mirino di una pagina Facebook. I gestori e i commentatori della pagina incitavano allo stupro e alla violenza sessuale nei confronti dell’atleta.
La denuncia. Immediata è scattata la denuncia del Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori), che ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e Venezia, alla polizia postale e all’Autorità per le comunicazioni. La pagina è stata completamente rimossa, insieme ai relativi contenuti. Adesso i magistrati indagheranno per individuare eventuali responsabilità, anche da parte del social network, nei confronti di Bebe Vio.
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La richiesta del Codacons. Nel dettaglio, il Codacons, ha chiesto di “utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se i fatti esposti possano integrare fattispecie di illecito civile, amministrativo e penale, nella forma tentata e consumata, nonché individuare tutti i soggetti da ritenersi responsabili e di conseguenza adottare i dovuti ed eventuali provvedimenti sanzionatori”.
La storia dell’atleta. Nata a Venezia nel 1997 e residente a Mogliano Veneto, Beatrice Vio pratica scherma (attività coltivata in parallelo allo scautismo) fin dall’età di cinque anni e mezzo. A fine 2008 all’età di 11 anni fu colpita da una meningite fulminante che le causò un’estesa infezione, con annessa necrosi ad avambracci e gambe di cui si rese necessaria l’amputazione. Non è la prima volta che finisce nel mirino dei troll della rete per le sue menomazioni fisiche e la visibilità mediatica acquisita.