E’ stata condannata a 3 anni e 4 mesi l’insegnante di 39 anni, docente di Benevento, accusata di violenza sessuale aggravata ai danni di un alunno 12enne di una scuola media caudine. A.D.D. – queste le sue iniziali – dallo scorso settembre era gli arresti domiciliari. E’ stata giudicata con rito abbreviato.
Benevento, abusa di uno studente di 12 anni: condannata a 3 anni e 4 mesi
Nel corso del processo, davanti alla Gup Vincenzo Landolfi, la professoressa – spiega Ottopagine.it – ha ammesso le sue responsabilità, cercando di giustificare le sue condotte con i problemi psicologici che l’affliggono da tempo e per i quali è in cura. Nonostante la perizia psichiatrica richiesta dalla difesa della 39enne che definisce l’imputata un soggetto “borderline”, è arrivata la condanna: la donna dovrà scontare 3 anni e 4 mesi di carcere ritenute le attenuanti generiche e dovrà inoltre pagare una provvisionale di 15mila euro alle parti civili oltre al risarcimento dei danni provocati al bambino.
Le indagini
Come già spiegato a settembre, la donna era sottoposta a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari poi confermata dal Tribunale del Riesame. L’indagine svolta dai carabinieri e coordinata dalla Procura di Benevento aveva messo in luce i comportamenti che la docente aveva assunto nei confronti del ragazzo, con cui avrebbe instaurato prima un “rapporto di predilezione in classe” e di “contiguità fisica”, poi un “rapporto telematico mediante comunicazioni whatsapp”. Proprio nel corso di queste ultime avrebbe scambiato con il 12enne foto e video contenuto sessuale nonché conversazioni intime. Quanto basta perché le venisse contestato il reato di violenza sessuale aggravata.
Comparsa davanti al giudice per la convalida dell’arresto, la professoressa in quella circostanza si era detta scossa e aveva giustificato la sua condotta con il clima espansivo che aveva instaurato in classe. Lei stessa si sarebbe resa conto del rapporto “eccessivo” instaurato con alcuni alunni, alla luce del quale avrebbe deciso di cambiare musica e di smetterla con le vecchie abitudini. La sua ricostruzione però non bastò a revocare la misura cautelare ai domiciliari a cui è rimasta sottoposta fino alla pronuncia della sentenza giunta con rito abbreviato.