Il festival “Janara, le streghe di Benevento” si è concluso da pochi giorni, ma le polemiche non si placano. A finire nel mirino dell’Associazione internazionale degli esorcisti è il sindaco Clemente Mastella, accusato di aver dato spazio alla stregoneria nella sua città.
Benevento, è bufera sul festival “Janara”: gli esorcisti attaccano Mastella
«Con la stagione primaverile tornano i festival all’aperto e le sagre in piazza. Peccato che le amministrazioni locali di mezza Italia promuovano sempre più spesso iniziative legate al tema della stregoneria e dell’occultismo, ritenendole un richiamo che garantisce introiti ai comuni e vantaggi al cosiddetto indotto – si legge in una nota – non si creda che le giunte coinvolte abbiano precisi orientamenti politici o ideologici. Niente di tutto questo. L’esempio più lampante è quello di Benevento, dove il sindaco è Clemente Mastella, con alle spalle una lunga carriera politica iniziata con la Democrazia Cristiana».
Il comunicato entra nel merito delle scelte dell’amministrazione sannita: «La sua è sempre stata una militanza segnata dall’appartenenza all’area popolare e centrista. Ebbene, proprio l’amministrazione da lui guidata ha promosso nei giorni scorsi, guarda caso in concomitanza dell’equinozio, l’evento Janara-Le Streghe di Benevento». Sotto accusa anche il convegno di apertura, che ha riunito i sindaci delle cosiddette “città delle streghe”, tra cui Rifreddo, Triora, Castel del Monte, Uggiano, Salem (USA) e, ovviamente, Benevento.
«La stregoneria è non solo una realtà di per sé oggettivamente contraria al cristianesimo – prosegue l’associazione – ma nemica della libertà e della dignità dell’essere umano. Quindi costituisce una prospettiva in sé deviante. Considerare un fenomeno e trattarlo come un dato culturale o folcloristico – sottolineano gli esorcisti – non vuol dire necessariamente giustificarlo, ma significa conoscerlo anche per affrancare le persone da atteggiamenti pericolosi per la loro condizione e, quindi, dannosi alla crescita umana, personale e sociale. Questo pericolo si manifesta sia in chi promuove, sia in chi accoglie la stregoneria».
Secondo l’associazione, dunque, il festival non andava affatto organizzato. «Pensare pertanto di far divertire la popolazione, bambini e adolescenti inclusi, con tematiche appartenenti al mondo del male, dei malefici, dell’orrido e del macabro, qual è appunto la stregoneria, denota un gravissimo malessere interiore e un’assenza di coscienza civica – conclude la nota – soprattutto in chi ricopre ruoli politici o istituzionali e che promuove con enfasi simili scellerate iniziative. Favorire il mondo delle tenebre invece che quello della luce, non può che condurre prima o poi inevitabilmente a conseguenze tragiche, a livello individuale e collettivo».
La replica di Mastella
La replica del primo cittadino non si è fatta attendere. «La kermesse Janare è storia, identità e rievocazione intelligente tra leggenda e radici. Non è né esoterismo, ancora meno pratiche oscure, tutte cose lontane anni luce dalla mia storia personale, culturale e politica – ha dichiarato Mastella – non ce n’è stata la minima traccia in un fine settimana che è stato unanimemente apprezzato come momento di promozione turistica e culturale. Tra folklore, spettacolo e riflessione culturale abbiamo raccontato ciò che fa parte del patrimonio materiale e immateriale della città di Benevento con un’eco nazionale».
Mastella ha poi risposto direttamente alle critiche dell’Associazione internazionale degli esorcisti: «Stia tranquilla: da cattolico sono ben altre le diavolerie che mi preoccupano e i mercanti che profanano il Tempio: non certo chi aiuta l’immagine e l’economia della città con professionalità e senza alcuna intenzione di offendere o contrastare la sensibilità di nessuno, tantomeno dei cattolici – ha aggiunto il sindaco – inoltre, questa edizione del Festival ha voluto dedicare una particolare attenzione e riflessione sulla figura della donna, sulla sua emancipazione e sul superamento degli stereotipi che, nel corso della storia, l’hanno vista vittima di pregiudizi e discriminazioni. Parlare della figura della “strega” nel nostro contesto significa anche raccontare il riscatto e la forza di tante donne ingiustamente perseguitate nei secoli. Evitiamo interpretazioni distorte, fraintendimenti e soprattutto cupi residui integralistici di cui la stessa cultura cattolica si è liberata da tempo».