“Un cortocircuito istituzionale creato da una serie di concause. Uno schiaffo alla giustizia”, è quanto dichiarato a proposito della scarcerazione di boss eccellenti dal magistrato anti-mafia Catello Maresca, ospite a Tele Club Italia nell’ambito della trasmissione Tg Club – Speciale Coronavirus.
Boss scarcerati, Maresca: “Uno schiaffo alla giustizia”
Secondo il giudice, i motivi che hanno portato a scarcerare molti esponenti di spicco della criminalità organizzata durante l’emergenza coronavirus sono diversi. “Sicuramente l’emergenza sanitaria – ha dichiarato – ma anche l’incapacità di gestione delle carceri di prevenire quello che sarebbe potuto accadere, e di stabilire un programma sanitario all’interno degli istituti penitenziarie. Ha creato confusione ulteriore tra l’altro la circolare del DAP. I magistrati sono quasi sempre costretti a far ritornare nelle proprie abitazioni di far tornare anche boss per tutelare la loro salute”.
A preoccupare in Campania è il ritorno ai domiciliari di un boss come Pasquale Zagaria, da sempre boss indiscusso del clan dei Casalesi. “La cosca casertana può tornare più forte. Il rischio è altissimo. E non solo per l’effetto singolo immediato che provoca la scarcerazione del mafioso ma per l’effetto indiretto che si ha sulla popolazione e sulla credibilità che lo Stato ha raggiunto in quelle zone. E’ uno schiaffo alla giustizia. Dobbiamo sperare che si corra subito ai ripari. Speriamo che si acquisiti subito la consapevolezza del rischio che stiamo correndo”.
Il pericolo è la scarcerazione di un altro nome eccellente: Raffaele Cutolo. “Spero che non ci siano le condizioni che possa tornare a casa uno del suo calibro – ha spiegato Maresca – anche se ha 78 anni. Aspettiamo fiduciosi il verdetto del giudice. Speriamo che possa essere tranquilizzante anche per la società civile. Significa che sarebbero state trovate le condizioni per tutelare la salute del detenuto”.
Secondo il magistrato “la mafia non va in quarantena”. La criminalità organizzata “approfitta dei momenti di crisi per fare proselitismo e creare le condizioni per delinquere”. infine conclude: “In questo momento non mi stupisce che le mafie creino queste condizioni accompagnando fette della popolazione più aggredibili per la crisi economica. A Napoli c’è una rete di solidarietà che sta cercando di impedire che questo accada”.