Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha risposto alle dichiarazioni del ministro Musumeci riguardo il rischio sismico nei Campi Flegrei, sottolineando l’importanza di non cadere nella demagogia o nel ridicolo.
“Non dobbiamo prendere in giro la gente, non dobbiamo fare demagogia. Non possiamo però neanche attribuire a chi è nato in quel territorio dei Campi Flegrei la responsabilità di essere nato lì. Sappiamo che è un territorio difficile. Qual è l’alternativa? Dobbiamo evacuare tutta l’area interessata sul Vesuvio o dai Campi Flegrei e Pozzuoli?” ha detto De Luca.
Parlando a margine dell’evento “Wmd”, una fiera industriale a Napoli focalizzata sulla tecnologia, De Luca ha sottolineato l’importanza di mantenere un atteggiamento equilibrato e misurato, evitando nuovi insediamenti abitativi nelle aree più a rischio, pur cercando di assicurare la sicurezza degli abitanti attuali.
Emergenza Campi Flegrei: De Luca chiede accelerazione nell’Accordo di Coesione
Ha inoltre menzionato l’imminente accordo di coesione, che prevede finanziamenti significativi per migliorare l’infrastruttura viaria nei Campi Flegrei, con circa settanta milioni di euro destinati ai comuni della zona, come Pozzuoli e Bacoli.
L’urgenza di firmare questo accordo è stata enfatizzata da De Luca, che ha criticato i ritardi e ha urgente la necessità di accelerare il processo, vista l’emergenza. Ha anche chiesto maggiori controlli sulle esercitazioni di emergenza, suggerendo che queste dovrebbero avere luogo almeno ogni due mesi, specialmente nelle scuole, per educare i bambini su come reagire in caso di bradisismo, un fenomeno sismico tipico della regione.
La risposta di Musumeci
Dal canto suo, il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, intervenendo in una trasmissione televisiva, ha riconosciuto l’importanza del bradisismo come fonte di preoccupazione per la popolazione locale e ha criticato la gestione dei piani di evacuazione.
“Come ha ricordato il direttore della protezione civile della Campania, si è fatto un piano di allontanamento nel 2018, poi naturalmente il piano di allontanamento è stato messo nel cassetto”.
“Invece almeno tre o quattro volte l’anno bisognerebbe fare esercitazioni in una zona come quella dei Campi flegrei ad alto rischio. Se fai il piano e non lo aggiorni ogni anno e non coinvolgi la popolazione è come se ti fossi messo la coscienza a posto” ha detto il ministro.