Bruciato vivo a Frattamaggiore: ipotesi vendetta dietro l’aggressione

È stato interrogato a lungo Pasquale Pezzella, 36 anni, accusato di aver gettato la benzina addosso a Nicola Liguori e avergli dato fuoco. L’uomo è stato rintracciato dagli agenti presso l’abitazione del padre, nella zona dei “100 alloggi”, poco distante viale Tiziano dove è avvenuto il tentato omicidio.

Bruciato vivo a Frattamaggiore: ipotesi vendetta dietro all’aggressione

Decisiva per le indagini la denuncia dettagliata della mamma e del fratello della vittima, Biagio, intervenuti sul posto pochi istanti dopo la tragedia. Ai poliziotti Biagio Castaldo ha raccontato quei momenti strazianti, dalla disperata corsa in ospedale fino agli screzi che c’erano stati tra suo fratello e Pasquale Pezzella.

“Ho impiegato meno di due minuti per arrivare al pronto soccorso dell’ospedale di Frattamaggiore – rivela il fratello al Mattino -. In macchina gli ho chiesto chi lo aveva ridotto in quello stato. E Nicola, che ha un fisico possente, ha avuto la forza e la lucidità di indicare in Pasquale Pezzella e in un suo amico quelli che lo avevano cosparso di benzina e poi avevano appiccato il fuoco con un accendino. Ed è riuscito poi a spiegarmi anche il motivo”.

Possibile movente del tentato omicidio potrebbe essere la sparizione di un motorino. Prima del raid, Nicola avrebbe avuto infatti un litigio con Pasquale Pezzella. Il 34enne, sentendo la voce di Nicola che era in videochiamata con la fidanzata, si sarebbe affacciato alla finestra per ammonirlo. Il 36enne lo avrebbe risposto a tono e Pezzella gli avrebbe detto di stare zitto, accusandolo anche di aver rubato il suo scooter.

Secondo il racconto di Biagio – che al Mattino smentisce ogni accusa mossa contro il fratello -, Nicola avrebbe poi invitato il 34enne a scendere per un chiarimento faccia a faccia. Cosa che non è mai avvenuta. Perché, secondo quanto rivelato da Nicola al fratello, Pasquale Pezzella si sarebbe ritirato in casa. Solo qualche minuto dopo, l’uomo avrebbe cosparso di benzina la vittima per poi darle fuoco con un accendino. Il 34enne non avrebbe agito da solo. Secondo il fratello di Nicola, con lui c’era “Nicolino”. Un complice, che ora viene ricercato dagli inquirenti.

Le condizioni di Nicola

Le condizioni del 34enne – padre di una bambina – restano ancora gravissime. Il giovane è in coma farmacologico al Centro grandi ustionati del Policlinico di Bari, dove è stato trasferito dai medici del Cardarelli.

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