Le mani del clan dei Casalesi sui servizi sociali. E’ l’ipotesi alla base dell’inchiesta che coinvolge diversi comuni, dal Casertano all’hinterland a nord di Napoli. Il terremoto si abbatte soprattutto su Sparanise. Ieri mattina il sindaco Salvatore Martiello è stato infatti raggiunto da un avviso di garanzia dell’Antiamfia di Napoli che sta indagando su un affidamento in materia di Servizi sociali dell’Ente locale. Il blitz della Squadra mobile di Caserta ha portato anche alla perquisizione dell’abitazione di Martiello nella quale sono stati sequestrati telefono e alcuni device mentre in Municipio sono stati acquisiti altri documenti. Il primo cittadino si è autosospeso.
SERVIZI SOCIALI, INCHIESTA DDA TRA CASERTA E NAPOLI
L’operazione della Dda coinvolge altri 19 indagati tra rappresentanti legali di società, dipendenti comunali, dirigenti tecnici e otto società assistenziali operative nel Terzo Settore tra Caserta e Napoli. Dalle indagini sarebbe emersa una presenza massiccia di operatori socio-scolastici-assistenziali per minori costituiti, finanziati e diretti in modo consolidato e costante da un ramo della famiglia Del Vecchio negli ultimi 20 anni, con un ruolo fondamentale che sarebbe stato svolto dalla sorella del boss casalese Carlino Del Vecchio. La bufera giudiziaria riguarda però anche i Comuni di Afragola e Frattamaggiore.
La costola partenopea dell’inchiesta vede coinvolti come indagati ad Afragola, Vincenzo Nespoli, ex senatore di Forza Italia, condannato in primo grado a otto anni di reclusione per riciclaggio nel processo in Corte di Appello. Poi la dirigente comunale Alessandra Iroso, responsabile per il terzo settore nell’Ambito 19. A Frattamaggiore, invece, l’avviso di garanzia è stato notificato a Rodolfo De Rosa, responsabile dell’Ambito 17, che comprende i comuni di Sant’Antimo, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano e Casandrino.
Per quanto riguarda i servizi sociali, brutte notizie anche per l’ambito n16. La Regione Campania ha decretato il commissariamento per le inadempienze del 2019. Secondo quanto denunciato dal consigliere regionale Giovanni Porcelli, la perdita sarebbe di almeno 2 milioni di euro per i servizi dei comuni di Melito (ente capofila), Mugnano, Calvizzano, Villaricca e Qualiano.