Bufera su Di Maio: centri commerciali chiusi la domenica? La risposta del vicepremier

“Ci sarà un meccanismo di turnazione: resta aperto solo il 25%, il resto chiude”, ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, a La7  precisando che “è una cosa di civiltà”.

Nessuno stop, quindi, alle attività commerciali che hanno intenzione di rimanere aperte la domenica o nei giorni festivi. La turnazione, ha spiegato Di Maio, la deciderà la legge e il sindaco con i commercianti “come avveniva prima”. “Si tratta – precisa il vicepremier- di un provvedimento di cui abbiamo discusso in Parlamento e in passato ed è una proposta anche del Pd, anche se Renzi dice che è una proposta illiberale”.

Poi continua: “Questa proposta ci viene chiesta dai commercianti, dai padri e madri di famiglia che essendo proprietari di in un negozio dicono: ‘se mi mettete in concorrenza con un centro commerciale dal lunedì al venerdì i miei figli non li vedo più”.

E torna a parlarne anche sul Blog dei M5s: “Oggi leggo tante fesserie sui giornali riguardo alle sacrosante chiusure domenicali. Ma ho visto anche questo comunicato di Eurospin, in una pagina a pagamento sul Corriere della Sera, in cui si schiera a favore della nostra proposta. Il motivo – scrive Di Maio –  è semplice: i dirigenti di Eurospin mettono al primo posto la qualità della vita dei dipendenti del gruppo e sanno che questa migliorerà se la domenica sarà dedicata agli affetti e alla famiglia. Così come sanno che non ci sarà alcun ritorno negativo sui profitti”.

Intanto quattro testi sono approdati Alla Commissione Attività produttive della Camera: due quelli della maggioranza di governo. Quello targato Lega di fatto abroga i due articoli che hanno liberalizzato le aperture dei negozi e in particolare l’articolo 31 del cosiddetto “Salva Italia” varato dal governo Monti, che aveva introdotto su questo fronte la massima autonomia da parte degli esercizi.

La norma attualmente in vigore prevede che “le attività commerciali […] e somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza il rispetto di orari di apertura e di chiusura, dell’obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio”. Il nuovo testo, dunque, reintrodurrebbe la chiusura domenicale obbligatoria e affiderebbe a comuni e regioni il compito di determinare il nuovo quadro delle regole, fissando  così un massimo di circa otto aperture straordinari.

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