Buoni spesa gratis: come funzionano, importo, a chi spettano i buoni spesa gratis per il coronavirus

Buoni spesa gratis, come funzionano? Il governo ha deciso di erogare buoni spesa gratis per le famiglie in difficoltà. E’ questa la nuova misura per aiutare le famiglie italiane in difficoltà a seguito dell’epidemia Coronavirus. Quattrocento milioni per comprare immediatamente beni di prima necessità e distribuirli tramite le associazioni di volontariato agli indigenti che non hanno altro sostegno pubblico.

Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha firmato l’ordinanza per la ripartizione di 400 milioni di euro ai Comuni: potranno essere utilizzati per erogare buoni spesa o per distribuire direttamente generi alimentari, ovviamente a chi versa in stato di bisogno. Si va dai 15 milioni destinati a Roma ai 7,6 a Napoli passando per i 7,2 per Milano e proseguendo fino ai micro-stanziamenti da 600 euro a testa per una quarantina di piccolissimi Comuni.

Vediamo però quanto spetterà, chi può fare domanda e a partire da quando. Ad usufruirne saranno le famiglie in difficoltà economica. Quindi non saranno ripartiti per tutta la popolazione. Serviranno per fare la spesa dei beni alimentari di prima necessità: motivo per cui saranno (questa sempre l’ipotesi confermata) esclusi i titolari del reddito di cittadinanza, che ha proprio questa funzione.

Buoni spesa gratis, come funzionano

I fondi saranno distribuiti ai Comuni in base al numero di abitanti e spetterà a questi dividerli tra gli aventi diritto. La gestione di questi buoni sarà a cura dei servizi sociali che normalmente erogano questi tipi di provvidenze e i comuni potranno avvalersi anche del terzo settore per acquisto e distribuzione delle derrate.

L’ufficio servizi sociali di ogni comune avrà il compito di individuare la platea dei beneficiari e il contributo tra i nuclei più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza Covid-19 e tra i cittadini che versano nel maggior stato di bisogno. Obiettivo soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, dando priorità a chi non ha altro sostegno pubblico.

Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) ha chiarito che sarà anche usato uno specifico “algoritmo per utilizzare i 400 milioni aggiuntivi dove c’è più bisogno e dunque erogando una somma maggiore a quelle amministrazioni dove c’è un numero più alto di cittadini in difficoltà”. Il tutto per rendere la distribuzione dei fondi il più equa possibile, pur tenendo conto che l’urgenza impone una certa fretta nell’applicazione delle misure.

Spetterà ai singoli Comuni anche decidere le modalità di attuazione: “Chi ha i banchi alimentari ancora aperti utilizzerà quelle strutture per la distribuzione del cibo. Altrove saranno i servizi sociali a distribuire i buoni per la spesa e se si tratta di anziani che non hanno la possibilità di uscire saranno i volontari ad occuparsi di andare al supermercato e poi consegnare la spesa”. Il consiglio è di controllare il sito del Comune di competenza per avere informazioni.

La suddivisione dei fondi per comuni

A Roma spetta il primato dei fondi elargiti (15 milioni). Alle sue spalle ci sono Napoli (7,6) e Milano (7,2). Poi, via via, tutte le altre: 5,1 milioni a Palermo, 4,6 a Torino, 3 milioni a Genova. Tra i capoluoghi, Bari potrà distribuire 1,9 milioni, Firenze 2 milioni, Reggio Calabria 1,3 milioni, Venezia 1,3 milioni. E ancora, Catanzaro 622mila euro, Caserta 445mila euro, Foggia 1,1 mln, Lecce 566mila euro, Piacenza 548mila euro, Nuoro 230mila euro, Cagliari 814mila euro. A Pesaro 503mila euro, Potenza 398mila, Matera 394mila, Isernia 148mila, Campobasso 303mila. A Bergamo, città duramente colpita dall’epidemia, andranno 642mila euro.

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