Caivano, Conte e Patriciello minacciati in chiesa da una donna: “Chi l’ha mandata? La mafia?”

Si alza dalla sedia, sbotta, inveisce, la sua voce rimbomba tra le navate della Parrocchia di San Paolo Apostolo di Caivano. Un inedito Giuseppe Conte quello che ieri si è reso protagonista di un battibecco nella chiesa di Don Maurizio Patriciello. Il leader del M5S ha smesso i panni del serafico premier delle dirette televisive in pieno lockdown per rispondere alle minacce di una donna presente a un in incontro tenutosi nella chiesa del Parco Verde, il quartiere-bunker della camorra a nord di Napoli.

Caivano, minacce a Conte e Don Patriciello: la risposta dell’ex premier

L’ex premier Giuseppe Conte era stato alla manifestazione di “Libera” a Napoli. Ieri, tardo pomeriggio, decide di recarsi nella Parrocchia di Don Maurizio Patriciello per far sentire la sua vicinanza e ribadire il suo sostegno al prete anti-camorra dopo l’ordigno artigianale fatto esplodere sul sagrato della chiesa da ignoti, probabilmente legati ad ambienti malavitosi.

E’ un incontro sulla legalità, l’ennesimo tra le strade di un quartiere che si sente abbandonato dalle istituzioni e dove basta un giorno per dimenticare lo Stato e sentire di nuovo il rumore degli spari e il boato delle bombe. E’ presente anche Biagio Chiariello, il comandante della Polizia Municipale di Arzano finito sotto scorta dopo le minacce di morte ricevute dal clan della 167.

Facce che però non piacciono a tutti, al Parco Verde, in quello che resta ad oggi la piazza di spaccio più grande d’Europa. Durante l’incontro con la stampa una donna – capelli biondi raccolti da un ampio fermaglio, zaino nero alle spalle – intraprende un botta e risposta con don Maurizio Patriciello: “Non deve giudicare i camorristi. Deve avvicinarli alla Chiesa”. Un monito, apparentemente; un invito alla riconciliazione con la parte malata del quartiere. Ma non è così. Di lì a poco scatta infatti un affondo sibillino, che suona tra le panche di legno della chiesa come una minaccia: “Le persone devono misurare le parole. Lei (Don Maurizio, ndr) deve misurare le parole e non succede nulla. Il giorno in cui lei misurerà le parole, non succederà più nulla”.

La reazione di Conte

Frasi dure che piovono come sassi nella parrocchia affollata da giornalisti e residenti. A quel punto è Giuseppe Conte a intervenire. Si alza dalla sedia, alza la voce e interrompe l’attacco in corso. Si agita, gli ballano i capelli sulla fronte, tra le mani un libricino che stringe al petto. Lo stesso libro che brandisce nell’aria quando invita la provocatrice ad uscire. “Ma lei è venuta qui a dire a Don Maurizio di misurare le parole? Ma cos’è? Una minaccia mafiosa!? È una minaccia mafiosa e la fa qui, davanti a tutti noi! Ma chi l’ha mandata!? Fuori di qui insieme ai suoi amici”.

L’epilogo

La scena si consuma sotto gli obiettivi delle telecamere. Don Maurizio Patriciello invita la Polizia a intervenire. La donna viene allontanata. Saranno poco dopo le forze dell’ordine a identificarla all’esterno della Parrocchia e a verificare le sue generalità. Nel frattempo l’incontro riprende: Giuseppe Conte si riaccomoda sulla sedia, riacquista il suo classico savoir-faire, impugna il microfono per chiosare: Assumere questi atteggiamenti davanti a tante telecamere significa che c’è un innalzamento della provocazione notevole”.

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