Lo scandalo Calciopoli si è sciolto, è finito, non c’è più in sostanza. La Cassazione ha fatto calare la prescrizione sulla maggior parte dei reati contestati agli imputati, come l’associazione a delinquere contestata a Luciano Moggi ed Antonio Giraudo. Scagionati da ogni accusa gli ex arbitri Bertini e Dattilo mentre Massimo De Santis è stato condannato ad un anno di reclusione, con la pena sospesa.
Il verdetto è arrivato nella notte, dopo ore di dibattito e camera di consiglio, un verdetto che ha mandato in archivio il più grande scandalo nella storia sportiva italiana, che ha evitato condanne, ha assolto alcuni uomini ed ha emesso una sola condanna definitiva.
Luciano Moggi, che era stato condannato a 2 anni e 4 mesi in Appello, è stato prescritto, non assolto, insieme ad Antonio Giraudo, dove per lui furono chiesti solo due anni, insieme a loro prescritti anche Mazzini e Pairetto, anche loro condannati a 2 anni. Betini e Dattilo sono invece stati assolti, escono puliti da questa brutta storia dopo 9 anni di inferno. Praticamente Calciopoli è stata messa in piedi da due arbitri solamente, De Santis e Racalbuto, che era stato anch’egli prescritto in appello.
Tutto lo scandalo nacque il 2 maggio 2006, con le trascrizioni delle intercettazioni delle telefonate tra Moggi e Mazzini, all’epoca vicepresidente della Federcalcio, oltre a quelle con Bergamo e Pairetto, che erano i designatori degli arbitri. Nell’aula della Terza sezione penale – presieduta da Aldo Fiale – l’accusa ha tracciato i connotati della “struttura associativa nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle colpevoli di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri”. La pubblica accusa ha ricordato che i sodali del ‘sistema Moggi’ si erano dotati di un “apparato organizzativo con schede telefoniche svizzere riservate, difficilmente aggredibili da intercettazioni legali o illegali, come quelle dell’Inter”.
Secondo il procuratore generale la condivisione di schede estere è sintomatica dell’indice associativo e che la presenza di Moggi nella prossimità del sorteggio delle griglie arbitrali non può considerarsi come un elemento di portata neutra. Mazzotta ha accusato anche i fratelli Della Valle che dovevano denunciare il Sistema Moggi, e Claudio Lotito, il cui intento era portare Carraro al vertice della Lega.
Si è chiusa quindi la peggiore pagina della storia sportiva italiana con due sole condanne. Un sistema andato avanti per anni tenuto in piedi da soli due arbitri che alteravano le partite di 6 squadre, quelle colpite dalle sentenze: Juventus, Milan, Lazio, Fiorentina, Reggina ed Arezzo. Due arbitri che l’avrebbero fatta in barba ai maggiori dirigenti del calcio italiano, che si facevano alterare le partite senza sapere nulla, senza mettere bocca, con un’ingenuità incredibile, nel senso letterale della parola. Oggi il processo di Calciopoli è andato in prescrizione. Il più grande scandalo del calcio italiano ha lasciato praticamente impuniti tutti, o comunque puniti il minimo. Si doveva fare pulizia, nulla è cambiato. “Lo Stato si costerna, si indigna e si sdegna, poi getta la spugna con gran dignità”.