Trasferimento completato. I vigili urbani sono stati dirottati – dopo le infuocate polemiche delle scorse settimane – nei locali che per molti anni avevano accolto il personale dell’Asl. Ma a tenere banco, nonostante l’avvenuto trasferimento, è la scelta operata dal sindaco Giuseppe Salatiello. Gli agenti della municipale, sei in totale, sono stati infatti trasferiti nei locali di via Aldo Moro, gli stessi che ospitavano i medici dell’autorità sanitaria locale. L’immobile appartiene ad una società, la Ago.Trin, i cui titolari sono imparentati (cognato e moglie) con l’assessore allo Sport, Luciano Borrelli, del piccolo comune a nord di Napoli. Il fitto annuale di quei locali costa all’Ente circa 32 mila euro, ma il primo cittadino – attaccato da diversi esponenti della minoranza – non vuol sentire parlare di “favoritismi e scelte operate nell’interesse di qualche politico locale”.
Il botta e risposta. “Il Comune di Calvizzano aveva già un contratto in essere con i proprietari dei locali di via Aldo Moro – argomenta Salatiello – L’Asl non ha mai versato alcunché al nostro Comune. Da qui la necessità di provvedere, anche per ragioni di spending review, allo sgombero di quei locali e di trasferire negli stessi il comparto dei vigili urbani. In questo modo – aggiunge il primo cittadino di Calvizzano – siamo riusciti ad ottenere due importanti risultati: lo spostamento dell’ufficio Anagrafe, da qualche giorno operante proprio nell’ex sede dei vigili urbani, e un taglio del 15 per cento sui costi a carico del Comune rispetto al vecchio accordo”. Eppure c’è chi, dai banchi dell’opposizione, continua a lanciare accuse all’indirizzo del sindaco: “La delibera con la quale è stato dato il via libera al trasferimento dei vigili è stata votata anche dall’assessore Borrelli – attacca Biagio Sequino, candidato sindaco alle ultime amministrative e consigliere alla sua prima esperienza – Il conflitto di interessi è più che palese”.
Risparmi e polemiche. Di spending review non vogliono sentirne parlare i responsabili dell’Asl, che hanno già provveduto a denunciare Salatiello “per interruzione di pubblico servizio”, né tantomeno altri politici e rappresentanti delle associazioni del territorio. “Se questa era la reale motivazione – sottolineano – si sarebbe potuto optare per i locali di via Ritiro, di proprietà dell’Ente e quindi a costo zero”. Ma anche su quest’ultimo aspetto Salatiello fa spallucce: “Si tratta di locali che, allo stato, non possono in alcun modo ospitare una caserma vigili: per renderli fruibili occorrono almeno 2 milioni di euro. Non avevamo altra scelta – conclude Salatiello – Di locali comunali in giro non ve n’è traccia. La nostra è stata una scelta dettata dalla logica e non da altre motivazioni”.