Un’Italia completamente ridisegnata. Tra 85 anni, nel 2100, la cartina del Belpaese potrebbe essere diversa. Ben 33 città italiane a rischio, compresa la città di Napoli. L’innalzamento del livello del Mar Mediterraneo, il surriscaldamento globale, l’incremento delle piogge. Sono queste le cause che potrebbero inghiottire molte delle coste della Penisola.
Italia, la aree a rischio da qui al 2100
Le immagini di Venezia di questi giorni hanno fatto il giro del mondo e hanno dimostrato come i cambiamenti climatici possono mettere in crisi intere città, sommerse dalle ondate di alta marea. A rischio è gran parte del Nord Adriatico. Ma anche Ravenna, i golfi di Taranto, Oristano, Cagliari, Trieste. Tra Lazio e Campania, l’innalzamento del livello del mare potrebbe inghiottire il sud pontino (Formia, Gaeta, Terracina), oltre che una parte della piana del Volturno e dei quartieri di Napoli (Bagnoli, Mergellina, Chiaia, San Giovanni a Teduccio). Anche Roma è tra i centri a rischio per la crescita del Tevere. Il livello del Mediterraneo crescerà tra i 28 e 60 centimetri nei prossimi anni. Questo significa la scomparsa di interi tratti di costa.
Gli autori dello studio
A sostenerlo è uno studio portato avanti da un gruppo di ricercatori del laboratorio Modellistica Climatica e impatti dell’Enea pubblicato sul Quaternity Science Reviews. Secondo la ricerca, infatti, l’Italia tra circa 85 anni perderà gran parte del suo patrimonio paesaggistico, dato che l’innalzamento del livello del mare di 28-60 centimetri e i movimenti tettonici porteranno alla sommersione di 5500 chilometri quadrati di pianure costiere. “Alcune aree sono già oggi a zero o sottozero e la costa si abbassa, si alza o si sposta per vari motivi”, ha sottolineato Fabrizio Antonioli, il direttore della ricerca in un’intervista.
Il disegno
Il disegnatore Martin Vargic alias Jay Simons la immagina così. Correrà il 2100 l’innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale avrà fatto scomparire intere città, Roma compresa, e regioni.