Dalla sentenza che lo condannava a 20 anni di carcere all’assoluzione in appello: nel giro di meno di due anni cambia completamente la posizione di Luigi Moccia.
Clan Moccia, clamorosa assoluzione per il boss Luigi
Il processo fa seguito a una vasta operazione del gennaio 2018 che portò a ben 45 ordinanze di custodia cautelare tra cui, appunto, quella emessa nei confronti di Luigi Moccia, indicato come a capo del gruppo di Afragola.
Associazione per delinquere di stampo camorristico, armi, estorsione e riciclaggio, le accuse a vario titolo avanzate dalla Dda di Napoli, al termine del lavoro della Dia, della Mobile, del nucleo investigativo dei carabinieri di Castello di Cisterna e della Guardia di Finanza.
Da uomo indicato dalla Procura di Napoli come boss di una dinastia familiare che si sarebbe evoluta nel corso degli ultimi trenta anni a persona estranea ai fatti.
Difeso dai penalisti Gennaro Lepre e Saverio Senese, Luigi Moccia per la giustizia italiana non ha controllato gli interessi della famiglia dopo essere ritornato in libertà, nel 2016.
Le altre assoluzioni
Assolti insieme a lui anche l’imprenditore incensurato Domenico Liberti (difeso dai penalisti Edoardo Cardillo, Domenico Ciruzzi e Giuseppe Cervone) e Pasquale Puzio (difeso dall’avvocato Annalisa Senese), a sua volta ritenuto in fase di indagine di essere un promotore dell’organizzazione.
Confermati, invece, 4 anni per Filippo Iazzetta, cognato dello stesso Moccia: cui è stata esclusa l’aggravante del riciclaggio ma riconosciuto il vincolo di continuazione con i fatti contestati in altra sentenza. Quattro anni in continuazione anche a Francesco Favella, inflitti 10 anni ad Antonio Franzese.
Dichiarato inammissibile il ricorso della DDA per Teresa Moccia, Pasquale Puzio e Domenico Aliberti, per cui dunque è stata confermata l’assoluzione.