La vicenda di Melito apre ad una discussione franca sul rapporto tra politica e camorra nell’area Nord.
Camorra e politica, un tandem sempre di moda
Al di là delle accuse mosse a Mottola (spero che possa chiarire la sua posizione) c’è un elefante nella stanza che nessuno vuole vedere da anni.
La camorra nell’area Nord condiziona le elezioni e l’attività amministrativa per un semplice motivo: anche loro votano. E non solo votano ma controllano giri di soldi e potere. Distribuiscono posti di lavoro. Fanno affari. Riescono a muovere importanti pacchetti elettorali.
Molte amministrazioni hanno al loro interno personaggi che fanno parte di quella zona grigia che funge da collegamento con le mafie. Nei nostri comuni la camorra è una forza economica e sociale: pensare che non riesca ad eleggere suoi rappresentanti è utopia. La malavita è presente nei consigli comunali così come nel mondo del commercio, dell’impresa, dei servizi.
Riesce grazie alla sua influenza a condizionare l’operato delle amministrazioni. Spesso non sceglie, come secondo gli inquirenti è accaduto a Melito, il cavallo su cui puntare, ma inserisce suoi uomini in tutte le coalizioni per interloquire con tutti e in alcuni casi, mandare a casa delle amministrazioni avverse.
Questo accade anche perché esistono quartieri come la 219 di Melito. Agglomerati urbani ricchi di cemento dove vivono persone per scelta o per condanna totalmente colonizzate dal pensiero camorrista. Quartieri popolari divenuti dei veri e propri fortini della camorra.
In queste “palazzine” a Giugliano come a Melito i voti sono gestiti dalla camorra e spesso sono in vendita al miglior offerente. Le attività di indagine sono riuscite a volte a reprimere sul nascere questi fenomeni ma è troppo poco. Se la democrazia è il nostro valore fondamentale vanno dispiegati più uomini e mezzi nel periodo elettorale e non solo. Vanno garantite libere elezioni. C’è bisogno di controlli seri sui candidati.
Ci sono troppi pezzi di territorio dove la povertà, l’ignoranza, il degrado, aprono praterie alle mafie. Chi fa finta di non vederlo, non vede l’elefante nella stanza. Tra due giorni festeggiamo il 25 aprile, sarebbe bello un giorno festeggiare anche la nostra di liberazione. Quella dalle mafie.