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Camorra, i Licciardi dietro la fine del clan Lo Russo

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Nella legge della camorra uno sgarro non può restare impunito, ma va vendicato. Il sangue si lava con altro sangue. Ed è per questo che i Licciardi hanno lavorato, lentamente e con attenzione, al progressivo indebolimento e alla scomparsa del clan Lo Russo, come riporta stamattina il Roma.

E lo hanno fatto in maniera indiretta, finanziando la guerra che ha annientato l’organizzazione di Miano. Pentimenti e azioni militari che hanno letteralmente scompaginato e gettato nel caso uno dei clan più potenti ed influenti della città. Una vendetta lenta.

Tutto perché i Lo Russo finanziarono la rivolta dei Sacco – Bocchetti contro i Licciardi. E questi quindi hanno segretamente aiutato i Mallo prima e i Ferraro poi, che erano in guerra contro i Nappello, uno dei gruppi più vicini ai Lo Russo.

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Secondo gli investigatori un solo clan poteva beneficiare di questa situazione, ed è appunto quello dei Liccardi. Pronto ad uscire dalla sua tana e ad allargare i confini del proprio territorio, estendendosi in potere ed influenza.

Con i “Capitoni” negli ultimi tempi i Licciardi avevano anche stretto una sorta di patto di non belligeranza, confermato dalle intercettazioni ambientali in casa di Carlo Lo Russo. Ma comunque non avevano dimenticato la rivolta dei Sacco – Bocchetti, ed avevano ancora il dente avvelenato.

Il clan dei Licciardi, fondatore e componente di primo piano dell’alleanza di Secondigliano, ha quindi beneficiato della crisi dei Lo Russo. Hanno atteso, hanno covato e alla fine hanno colpito. E le piazze di spaccio si sono liberate e sono state conquistate senza utilizzare la forza, ma semplicemente attendendo il momento opportuno.

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