NAPOLI. Ancora magistrati nel mirino dei clan, colpiti duramente negli ultimi anni con arresti eccellenti e sequestri milionari di beni. Dopo il tritolo ritrovato a Gioia del Colle (provincia di Bari) che sarebbe servito per far saltare in aria il procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo – azione commissionata alla Sacra Corona Unita su ordine partito da un clan di Scampia – il quotidiano Il Mattino apprende che nel mirino dei camorristi è finito anche Cesare Sirignano, autore di importanti indagini per anni alla Dda di Napoli ed ora all’Antimafia nazionale guidata dal procuratore Franco Roberti.
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Al momento gli investigatori mantengono il massimo riserbo ma a quanto pare Sirignano avrebbe ricevuto minacce da un boss di Castel Volturno, sul litorale domitio, che avrebbe manifestato odio nei suoi confronti. Intanto mercoledì pomeriggio in Procura a Napoli si svolgerà un’assemblea con la partecipazione di cento pm e alla quale dovrebbe partecipare lo stesso procuratore Colangelo. Si parlerà di piano organizzativo ma sopratutto della questione sicurezza. I gruppi di lavoro particolarmente esposti sembrano essere quelli che i occupano delle aree in guerra come Scampia-Secondigliano e Sanità, ma della camorra casalese. Per questi si chiederà alla Prefetura di blindare maggiormente le loro posizioni.