Napoli. Nuovi arresti per gli imprenditori della movida partenopea ritenuti vicini alla camorra. A conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, personale del Centro Operativo D.I.A., sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di tre fratelli residenti in Posillipo, noti imprenditori nel settore della commercializzazione e distribuzione di giocattoli in ambito nazionale, con interessi anche nel settore delle agenzie di scommesse, della ristorazione ed in un noto locale pubblico presso il quale vengono organizzate serate danzanti ed eventi musicali. Si tratta dei fratelli Esposito (Gabriele Giuseppe e Francesco), amici di vip dello spettacolo e di alcuni calciatori del Napoli, mentre vengono sequestrate alcune attività ricettive, tra cui la discoteca di via Coroglio Club Partenopeo.
Lo scorso anno erano già stati arrestati e scarcerati dopo poche settimane. La misura cautelare riguarda anche le mogli di due degli imprenditori (Teresa Esposito e Carmela Russo) ed un terzo soggetto, ritenuto prestanome. Gli arrestati sono gravemente indiziati di intestazione fittizia di beni con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare le attività dei clan camorristici Contini e Sarno. La D.I.A. di Napoli, contestualmente, sta eseguendo il sequestro di numerose attività commerciali, in particolare depositi e negozi per la commercializzazione e distribuzione di giocattoli ubicati in Napoli, in provincia e nel casertano, un bar – ristorante in zona Chiaia, un’agenzia di scommesse nella zona centrale di Napoli (piazza Mercato) e la nota discoteca nella zona di Coroglio a Bagnoli.
La scorsa settimana in questo locale il portiere del Napoli Pepe Reina aveva organizzato una festa per l’addio ai compagni di squadra, prima del suo trasferimento al Milan. Sono legati da rapporti familiari con esponenti della famiglia Sarno-Palazzo di piazza Mercato, legati da rapporti di amicizia con Ettore Bosti (che sta scontando una condanna a venti anni di reclusione come boss della camorra del Vasto-Arenaccia. L’inchiesta dello scorso anno scattò dalle accuse del pentito del clan Mazzarella Salvatore Maggio.
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