Camorra nell’area nord: con i boss in carcere, ora minaccia del clan Ferone

Prima l’azione contro il gruppo Landolfo a Frattaminore, poi le retate nei confronti di due fazioni criminali orbitanti nella galassia del clan Verde di Sant’Antimo, poi il grande scacco al clan Moccia con ben 52 arresti e un sequestro da più di 150 milioni di euro, infine il blitz – nel giorno della festa liberazione – alle palazzine della 167 di Arzano che ha portato in manette Pasquale Cristiano e Giuseppe Monfregolo, capi delle due cosche un tempo costola degli Amato-Pagano e ora in lotta tra loro per il controllo dello spaccio e del racket.

Camorra nell’area nord: con i boss in carcere, ora minaccia del clan Ferone

In poco meno di un mese, l’antimafia partenopea ha portato a termine 4 importantissime operazioni in un territorio, quello dell’area nord di Napoli, martoriato dalla camorra non solo per gli episodi di violenza registrati a tutte le ore del giorno e della notte – con raffiche di spari, stese e bombe – ma anche e soprattutto per le estorsioni ai cittadini.

Se ad Afragola gli affari dei Moccia erano strettamente legati a quelli di imprenditori e prestanome anche di altre regioni e guardava soprattutto ai guadagni milionari possibili dall’aggiudicazione di appalti pubblici.

Ad Arzano, dove per il lockdown hanno chiuso decine di negozi, la cosca dei Monfregolo-Cristiano aveva imposto – come si legge dalle ordinanze – il pizzo su tutto e a tutti. 300 euro al mese, o più di 1.000 euro a Natale, Pasqua e Ferragosto per “stare tranquilli” e svolgere solo il proprio lavoro di commercianti. Senza parlare delle occupazioni abusive delle palazzine: quelle sui cui ha provato a mettere un freno il comandante dei vigili Biagio Chiariello che – proprio in seguito ad alcuni censimenti contro gli abusivi – ha ricevuto minacce di morte e persino un manifesto funebre con indicata la data del suo presunto decesso.

Era però soprattutto la droga il principale business del clan della 167. Ben 3 le piazze di spaccio smantellate con il blitz del 25 aprile. Ora, il timore degli inquirenti, è che qualcun altro possa approfittare del vuoto di potere lasciato dai boss ora in carcere.

Già nei giorni scorsi, infatti, gli 007 dell’Antimafia hanno notato in giro per le strade di Arzano la presenza di alcuni esponenti della cosca dei Ferone, clan attivo a Casavatore e capeggiato da Ernesto Ferone, scissionista della prima ora.

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