Camorra, relazione DIA: ecco chi “comanda” in tutti i quartieri di Napoli città

La relazione della DIA relativa al secondo semestre del 2016 sulle mafie italiane ha dedicato attenzione anche alle compagini criminali campane, partendo proprio dai clan attivi nel capoluogo, a Napoli, con la suddivisione in zone e in aree di influenza.

Gli investigatori hanno evidenziato un certo stato di fibrillazione, confermato dai frequenti episodi delittuosi. Nella relazione si legge: “La persistente conflittualità tra sodalizi antagonisti è espressione di una galassia criminale composta da un indefinito numero di famiglie, capeggiate da giovanissimi, che in breve tempo si trasformano da alleate ad antagoniste per l’acquisizione del controllo delle attività illecite, prima fra tutte lo spaccio di sostanze stupefacenti”. Nell’analisi dei fenomeni camorristici della città di Napoli, i relatori della DIA dividono la città in zone.

Centro storico. Nei vicoli del centro storico, permane l’antagonismo tra i Giuliano e i Mazzarella, e gli assetti criminali risentono anche della recente spaccatura tra i Giuliano e i Sibillo, clan già fortemente indeboliti da arresti e pentimenti. La ragione di tale spaccatura viene ricondotta a disaccordi sulla spartizione dei proventi delle attività illecite. Nella relazione si cita espressamente un episodio del 30 luglio 2016: “Un chiaro segnale di questa situazione di instabilità viene dal ferimento, il 30 luglio 2016, del figlio di un elemento apicale della famiglia Giuliano. Meno influente su questa zona appare il gruppo Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, nonostante un tentativo di ripresa di potere ad opera del nipote di uno dei capi clan, che ne aveva assunto la reggenza fino al momento del suo arresto, avvenuto a dicembre”.

Nei quartieri spagnoli le dinamiche criminali hanno subito una profonda trasformazione per la disgregazione o la dissoluzione dei clan storici, come ad esempio i Mariano. Tale situazione avrebbe favorito compagini nuove, come i Ricci, alleati del cartello Saltalamacchia – Esposito e dei Masiello – Mazzanti. A tal proposito si legge nella relazione: ” Raid incendiari contro le saracinesche di esercizi commerciali avevano lasciato presagire una ripresa della tensione tra i Ricci ed i Masiello, originata dall’omicidio, nel 2012, di uno dei capi del gruppo Masiello, verosimilmente ad opera di affiliati al clan Ricci; tuttavia, di recente sembra essersi instaurata una sorta di tregua. Il sodalizio Ricci-Saltalamacchia-Esposito è, invece, apparso decisamente ostile al clan Sibillo. In tale scenario si inserisce il clan Elia dal Pallonetto a Santa Lucia che, apparentemente neutralizzato dalle ultime operazioni di polizia, ha manifestato la chiara intenzione di riprendere le ostilità con il gruppo Ricci. Questi focolai di tensione sono sfociati in sparatorie concentrate, in particolare, nei Quartieri Spagnoli, dove la rivalità tra gli Elia e i Ricci sembrerebbe riacutizzarsi”.

In fermento risulta essere anche la zona Mercato, storicamente gestita dai Mazzarella, che continua a gestire gran parte della attività illecite, pur avendo perso l’egemonia. In tal senso va letto il tentativo di espansione nelle case nuove del clan Rinaldi e del clan Sibillo. Si legge nella relazione: ” In questo scenario caotico si rileva la presenza di un gruppo di giovani emergenti che avrebbero preso le redini del menzionato clan Sibillo, dopo l’arresto dei vertici, tentando di ricostruire la cosiddetta “paranza dei bambini” e, in rotta di collisione con i Giuliano, si sarebbero ritagliati uno spazio autonomo di azione sulla zona Mercato/Case Nuove”.

Zona sud. Nei quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, Borgo Sant’Antonio Abate e zone limitrofe, l’attività degli investigatori si è concentrata sul clan Contini. Citiamo il testo della relazione: ” la rete di alleanze e di complicità che il sodalizio si è costruito nel tempo gli avrebbe consentito di mantenere la solidità strutturale e, soprattutto, economica. Forte, inoltre, di questa radicata ingerenza sul territorio, avrebbe continuato a dirigere una rete organizzativa in grado di gestire il traffico di stupefacenti, le estorsioni e l’usura. A ciò si aggiunga la notevole capacità dei Contini di reinvestire i proventi criminali in diversificate attività lecite, servendosi di imprenditori pronti a mettere a disposizione del gruppo le loro competenze”.

Area nord. Nei quartieri Vomero, Arenella, Secondigliano, Scampia, S. Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano, troviamo gruppi criminali più strutturati, come i Lo Russo, alias i “Capitoni”, che nel corso del tempo si è reso protagonista di numerose faide in giro per la città, come i recenti fatti di sangue del rione Sanità.

A tal proposito leggiamo nella relazione: “Le numerose inchieste e la scelta collaborativa di elementi di vertice hanno finito per indebolirne la legittimazione sul territorio: sintomatico, in tal senso, è l’attentato incendiario del 25 agosto, nel quartiere Piscinola, che ha danneggiato le auto della moglie e della figlia di uno dei membri della famiglia Lo Russo, attualmente detenuto e collaboratore di giustizia. In tale contesto si sono affacciate nuove leve già gravitanti nell’orbita dei ‘Capitoni’: l’azzeramento dei quadri di comando di quest’ultima organizzazione ha finito per alimentare le ambizioni del clan Licciardi della Masseria Cardone di gestione delle piazze di spaccio sui territori controllati dai mianesi”.

Anche nei quartieri Secondigliano e Scampia vi è fermento, e questo porta a faide, omicidi, violenze. Leggiamo nel testo: “Nell’area in argomento sono, infatti, presenti diversi gruppi che, un tempo alleati, si sono scontrati nel recente passato dando vita a faide con decine di omicidi. In questo contesto, l’arresto avvenuto nel mese di maggio di due elementi di riferimento del gruppo Vanella Grassi – che controlla le attività illecite a Secondigliano, in alcuni lotti di Scampia, nel rione Berlingieri ed a San Pietro a Patierno – ha contribuito a rendere ancora più precari i già instabili equilibri locali”.

Area flegrea. Nell’area occidentale, cioè i quartieri Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura, Soccavo, Rione Traiano, si registrano focolai di tensione causati da modifiche della geografia criminale, dovute principalmente all’arresto di alcuni capi clan. Nel dettaglio: “Nell’area di Bagnoli e Cavalleggeri d’Aosta, l’arresto del figlio del capo del clan D’Ausilio, avvenuto il 19 dicembre 2016 a Marano, ha posto fine al progetto di riprendere il controllo delle attività illecite nella zona flegrea, ricompattando vecchi e nuovi sodali per riaffermare la leadership sul territorio e fronteggiare il contrapposto gruppo Giannelli. Prima del citato arresto, la tensione tra i Giannelli ed i D’Ausilio si era particolarmente riacutizzata. Il primo clan rappresentava, infatti, un ostacolo alle mire espansionistiche del gruppo rivale, in quanto, oltre a imporsi nella zona di Cavalleggeri d’Aosta, mirava ad assumere un ruolo centrale nello scacchiere criminale di tutta la periferia occidentale napoletana, tessendo alleanze con altri sodalizi di Pianura e del Rione Traiano”.

Zona orientale. L’area orientale, cioè Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio, Barra, si vive la stessa conflittualità, favorita dall’ascesa di nuovi gruppi criminali, formati per lo più da giovanissimi, che dispongono di ingenti arsenali e hanno vari interessi illeciti, tra cui soprattutto il traffico di stupefacenti. A tal proposito si legge nella relazione: ” a Ponticelli continua la contrapposizione tra le famiglie De Micco e D’Amico. La prima si è imposta nel quartiere con metodi efferati (omicidi, sequestri di persona a scopo di estorsione, gambizzazioni) riuscendo a conservare la propria forza anche dopo l’arresto di capi ed affiliati. Tale circostanza sembra aver comportato modifiche negli assetti interni e nella gestione delle piazze di spaccio assegnate a singoli pusher, comunque obbligati al pagamento di una quota parte settimanale. I D’Amico, la cui roccaforte è il parco Conocal, si sarebbero affermati al venir meno della supremazia del clan Sarno, i cui vertici hanno iniziato a collaborare con la Magistratura a partire dall’estate del 2009″. Nel quartiere Barra è ancora operativo il clan Cuccaro, mentre gli alleati gruppi Aprea ed Alberto sono stati duramente colpiti dalle investigazioni giudiziarie. Una nuova fase di tensione si rileva a San Giovanni a Teduccio, dove si contrappongono le famiglie Mazzarella-D’Amico ed il cartello Rinaldi-Reale-Formicola. In particolare, i Rinaldi-Reale sembrano aver incrementato la pressione estorsiva sui titolari degli esercizi commerciali del quartiere.

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