Figurano anche il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, tra le 27 persone arrestate all’alba dal Ros e dai Carabinieri di Napoli, nell’ambito di un’indagine sulle nuove attività imprenditoriali e finanziarie del clan Di Lauro. Sequestrati anche mobili e immobili di circa 8 milioni di euro.
Camorra, svolta ‘imprenditoriale’ del clan Di Lauro: 27 arresti, ci sono anche Tony e Tina Colombo
Le carte dell’inchiesta parlano di una vera e propria “svolta imprenditoriale” del clan Di Lauro, che avrebbe finanziato nuovi business meno rischiosi rispetto a quelli del passato. In particolare, i Di Lauro avrebbero fatto ingenti investimenti nel settore delle aste giudiziarie immobiliari, minacciando altri partecipanti per costringerli a non presentarsi, permettendo al sodalizio di aggiudicarsi gli immobili, la cui successiva rivendita avrebbe finanziato le ulteriori attività illecite della cosca criminale. Tra gli arrestati c’è anche Vincenzo Di Lauro, figlio del boss Paolo, alias “F2” perché secondogenito.
Le indagini fanno riferimento all’arco temporale che va dal 2017 al 2021, mentre erano in corso le indagini per la cattura del latitante Marco Di Lauro ( arrestato il 2 marzo del 2019). In particolare, gli inquirenti hanno documentato come la cosorteria criminale stava cambiando, pur nel rispetto delle tradizionali regole imposte da Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo `o milionario.
Alleanze per creare investimenti meno rischiosi
Dalle carte dell’inchiesta della Procura, emerge che i Di Lauro avevano avviato una sorta di “joint venture”, ossia una vera e propria partnership tra varie organizzazioni criminali di Secondigliano, come i Licciardi e Vinella-Grassi, il cui unico scopo era quello di raggiungere obiettivi economici comuni, come l’aggiudicazione di aste immobiliari.
Gli investimenti in attività meno rischiose rispetto al passato riguardavano anche la costruzione di società fittiziamente intestate a terzi (ora sottoposte a sequestro): una nota palestra, una sala scommesse, alcuni supermercati e il contrabbando dei tabacchi lavorati esteri. Proprio nell’ambito delle sigarette si sarebbero concentrati gli investimenti dei coniugi Colombo.
Relativamente a quest’ultima attività, gli investigatori hanno scoperto che era stata creata un’ulteriore associazione, stabile e transnazionale, diretta dal clan Di Lauro, che si occupava di traffico di tabacchi, con importazioni da paesi dell’Est europeo, quali Bulgaria e Ucraina di circa 1500 Kg di sigarette.
Le sigarette, poi, venivano immesse sul mercato campano, attraverso una rete di grossisti che rifornivano i rivenditori al dettaglio e dai quali, settimanalmente, venivano prelevate grosse somme di denaro.