Ha i caratteri dell’ennesima storia di malasanità la vicenda di Umberto Schettino, 45enne di Pompei, morto dopo essere stato ricoverato e dimesso per ben due volte. La Procura ha però deciso di vederci chiaro ed ha aperto un’inchiesta, in seguito all’esposto presentato dalla vedova.
L’uomo si era recato al pronto soccorso dell’ospedale per una presunta malattia cardiaca ma, dopo alcuni accertamenti era stato mandato a casa. Le sue condizioni non erano però migliorate, tanto che si rese necessario il trasporto prima in una clinica privata di Pompei, e poi al Ruggi di Salerno. Dove poi Schettino è morto nel reparto malattie infettive.
La vedova ha deciso di vederci chiaro e ha ricostruito l’iter dell’intera faccenda, dal primo ricovero nel mese di novembre al decesso. Inizialmente gli era stata prescritta una cura da seguire a casa. Poi, a gennaio, gli era stata fatta una tac di controllo e un’ecografia cardiaca e polmonare, dalle quali era emersa la presenza di liquidi ai lati dei polmoni. Il giorno dopo l’uomo era stato sottoposto nella sua camera di degenza all’aspirazione del liquido dai polmoni, ma dopo pochi minuti, intorno alle 14, era morto.
Le indagini proveranno ad accertare le cause del decesso e punteranno ad individuare eventuali responsabilità del personale medico.