Campania “arancione”, riaprono i negozi e attività. L’elenco completo

Da martedì i cittadini campani si sveglieranno in zona arancione. A confermare il cambio di colore per la Campania sono i dati epidemiologici presenti nel monitoraggio settimanale dell’ISS. Manca, però, ancora l’ufficialità ma nel pomeriggio il ministro Speranza emetterà una nuova ordinanza, nella quale saranno contenuti i nuovi colori decisi per ogni regione.

Campania “arancione”, riaprono i negozi e attività. L’elenco completo

Per quanto riguarda la Campania, fanno ben sperare due dati: l’Rt, che oscilla tra 0,96 e 1,03, e l’incidenza dei contagi che nell’ultima settimana è scesa al di sotto dei 250 casi ogni 100mila abitanti. Il passaggio dalla zona ad alto rischio a quella a rischio moderato significa anche riaperture di alcune attività che per un mese e mezzo sono rimaste chiuse. Vediamo quali sono:

  • Parrucchieri
  • barbieri
  • centri estetici
  • profumerie
  • negozi di abbigliamento
  • centri commerciali: chiusi nel weekend gli esercizi presenti all’interno, eccetto coloro che vendono beni di prima necessità

Chiuse mostre e musei, teatri e cinema. Le attività considerate “essenziali” continueranno a rimanere aperte: tabacchi, farmacie, parafarmacie, negozi di alimentari, edicole, ecc. Fermi invece bar e ristoranti anche in zona arancione, che potranno limitarsi a fare asporto (fino alle 18 i bar, fino alle 22 ristoranti ed enoteche) o consegne a domicilio.

In zona arancione non è consentito di norma spostarsi fuori dal proprio comune. In ogni caso, qualora si avesse la necessità di acquistare un bene durevole (come, ad esempio, un’automobile), e non sono presenti punti vendita nel proprio centro, è consentito spostarsi verso il comune più vicino (spostamento che dovrà comunque essere autocertificato).

Scuola

Novità importanti invece per la scuola: fino al 30 aprile è assicurato lo svolgimento dell’attività in presenza per la scuola dell’infanzia (nidi e materna), primaria (elementari), secondaria di primo grado (scuole medie). Nello stesso periodo, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (licei, istituti tecnici etc.) garantiscono l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca, mentre la restante parte si avvale della didattica a distanza.

 

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