E’ boom Lega anche al Sud. Il partito di Matteo Salvini è il secondo nella regione Campania con il 19, 18 % delle preferenze. Regge il Movimento Cinque Stelle, che crolla sotto il 40 % ma si mantiene al 33 % dei votanti Segue di pochissimo la Lega il Partito Democratico, al 19, 12. Forza Italia supera la media nazionale e si attesta al 13, 64 % delle preferenze. Fratelli d’Italia al 5, 81. Tutti gli altri partiti sono la soglia di sbarramento del 4 %.
Lo scenario cambia leggermente se ci spostiamo nelle singole province. In quella di Napoli la Lega resta terzo partito (13, 86 %), in linea con il resto delle regioni del Mezzogiorno: sale, anche se di poco, il Partito Democratico (20, 12 %), al secondo posto. Il Movimento Cinque Stelle viaggia sotto il 40 % e guadagna a questa tornata elettorale il 39, 15 % dei consensi degli elettori votanti.
Ma è nella provincia di Caserta che la Lega fa incetta di voti: il partito del vicepremier raggiunge lo storico risultato del 23, 28 %, posizionandosi al secondo posto, dietro il M5S (32 %). Seguono Partito Democratico (17%) e Forza Italia (15, 98%). Scenario simile si presenta anche nella provincia di Avellino: anche qui l’ex partito di Bossi macina consensi e supera il 22 %. Nel Sannio la sorpresa: la Lega Nord è il primo partito con il 27, 86 % delle preferenze. Staccato, anche se di pochissimo, il Movimento Cinque Stelle, che resta al 27, 72%. Infine, in provincia di Salerno, il Movimento Cinque Stelle resiste al primo posto con il 26, 74 %. Segue la Lega al 24, 16 % e il Partito Democratico al 12 e 38 %.
Sul piano nazionale, invece, il dato è consolidato. La Lega trionfa: è il primo partito con il 34,34%. Il Pd è al 22,73%, M5S al 17,5%, Forza Italia al 8,78%, Fratelli d’Italia al 6,46%, Più Europa al 3,09%, Europa Verde al 2,29%, La Sinistra all’1,74%, il Partito Comunista allo 0,88. Matteo Salvini porta la Lega oltre il 34%, «primo partito d’Italia», e si appropria dell’agenda del governo, a partire dalla Tav. L’esecutivo va avanti «serenamente», assicura. Ma le elezioni europee terremotano i gialloverdi in una nuova fase politica. Il M5S crolla, pagando un prezzo pesantissimo per l’esperienza di governo: perde oltre dieci punti in un solo anno, scende sotto il 17%. Luigi Di Maio, che resta a lungo in silenzio, si vede scavalcare da Nicola Zingaretti, che riporta il Pd oltre il 22%.
FI sembra attestarsi intorno al 9%, FdI sfiora il 6,5%. Gli altri partiti restano sotto la soglia di sbarramento del 4%. In una tornata che mette in ballo anche 3800 Comuni, il centrodestra guidato da Alberto Cirio si avvia verso la vittoria in Piemonte contro l’uscente Sergio Chiamparino. L’affluenza, che in tutta Europa raggiunge livelli record, chiude in calo rispetto al 2014: alle 23 ha votato il 55,97% degli aventi diritto, due punti in meno rispetto a cinque anni fa.