Il peggio sembrava alle spalle. E invece anche la Campania deve fare i conti con un ritorno del Covid-19. L’altro ieri, all’ospedale Cotugno di Napoli, si sono registrati ben due decessi. Non accadeva da settimane.
Campania, due morti in 24 ore: si teme una risalita dei contagi
Di Coronavirus si muore ancora. Sono due le persone morte presso il nosocomio napoletano specializzato in malattie infettive in 24 ore. Le vittime sono un 85enne con un quadro clinico già grave, e un 45enne di Giugliano, Antonio Visone, macellaio, che lascia moglie e figli. A destare maggiori preoccupazioni è proprio il decesso di Antonio. Anche se affetto da alcune patologie pregresse come il diabete, infatti, il 45enne godeva di condizioni di salute sostanzialmente buone. Il contagio risale a dieci giorni fa. Dopo il ricovero, i medici lo hanno trasferito presto dalla terapia sub-intensiva a quella intensiva. Il quadro clinico è precipitato e l’uomo è morto dopo meno di due settimane dalla comparsa dei primi sintomi.
Resta da capire come il 45enne abbia contratto il virus. Dalle prime ipotesi, sembra che abbia avuto contatti con persone provenienti dall’Est Europa, una delle zone più calde della pandemia al momento, da cui sarebbero arrivati anche i contagiati che hanno innescato i focolai a Mondragone, negli ex palazzi Cirio, e nel campo rom di Secondigliano. Per questo, pochi giorni fa, il governatore Vincenzo De Luca ha posto limitazioni per chi proviene da quelle aree a rischio e ha chiesto al Governo maggiori controlli alle frontiere per contenere l’espansione del contagio al Sud e in Campania.
Preoccupa anche la risalita dei nuovi infetti. Il 30 luglio ne sono stati 29 in un solo giorno in Campania; ieri, 31 luglio, ben 16. Aumentano anche i ricoveri, cioè le persone ospedalizzate che necessitano di cure (sono 23), e quelli in terapia intensiva (+5). Sotto osservazione i nuovi cluster in Irpinia, nell’agro nolano e nel salernitano. La situazione della Regione è in linea con quanto accade nel resto d’Italia. Basti pensare che nella giornata del 31 luglio, il nostro Paese ha registrato 386 nuovi casi di Covid-19: un numero così alto non si rilevava da fine maggio, pochi giorni dopo la fine del lockdown. L’unica nota positiva è che la metà dei nuovi infetti è di importazione, ma i focolai “autoctoni” crescono comunque, sia di numero che di diffusione.