Campania, in arrivo ulteriori restrizioni: stop a pizze d’asporto e consegne a domicilio

Saranno vietate le consegne d’asporto e a domicilio. Anche le pizze. Sono queste le ulteriori restrizioni in arrivo in Campania per arginare l’epidemia da coronavirus. A renderlo noto è il governatore Vincenzo De Luca a CRC.

Campania, stop a pizze e consegne a domicilio

L’obiettivo dell’ordinanza è ridurre ulteriormente i contatti sociali. «Si creerebbero troppe occasioni di contagio – spiega De Luca -, migliaia di contatti personali che moltiplicherebbero il contagio. Le mezze misure non servono, servono misure rigorose, allora forse ce la facciamo. Se non siamo rigorosi oggi rischiamo di trascinarci il problema per mesi, mesi e mesi».

Stop dunque anche alle app tipo Just Eat e Uber Eats, Glovo, Deliveroo. Questa ordinanza costituisce un ulteriore inasprimento delle misure previste dal Governo. Il Dcpm di lunedì 8 marzo prevedeva infatti la possibilità per i negozi di effettuare consegne a domicilio di cibi e bevande «con cura di chi organizza l’attività di consegna a domicilio di evitare che il momento della consegna preveda contatti personali». La Regione Campania invece coi poteri locali blocca questa possibilità.

Ipotesi chiusura di tutti i locali

De Luca adombra anche l’ipotesi di ulteriori restrizioni. «Se sarà necessario io non ho problemi a chiedere chiusura di tutto, lasciando aperti solo farmacie ed alimentari – dice il governatore -. Abbiamo un piano B in caso di ulteriore diffusione del contagio. Aggiungiamo a 320 altri 590 posti letto nelle sale intensive, ci auguriamo di non arrivare a questo punto così drammatico. Abbiamo acquistato un’altra 50ina di respiratori e strutture per ossigeno. Preferisco essere prudente e prepararmi per tempo. Stiamo lavorando su una ipotesi Lombardia, ci stiamo preparando anche ad emergenza assoluta». Poi il discorso si sposta sul primo giorno di zona rossa anche a Napoli: «I cittadini di Napoli hanno dato una prova di compostezza straordinaria – commenta De Luca parlando del blocco degli spostamenti previsto dal governo per decreto – non circolava nessuno».

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