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Campania, la zona rossa non ferma la tradizione. Fila alle pescherie dall’alba

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Non c’è Vigilia di Natale senza frutti di mare, baccalà e capitone. A Napoli la tradizione è la tradizione. E come un rituale antico l’assalto alle pescherie per accaparrarsi il pesce più fresco va ripetuto di anno in anno, anche con una pandemia in corso.

Campania, la zona rossa non ferma la tradizione. Fila alle pescherie

Il coronavirus e le regole anti-covid modificano la tradizione, cambiandone ad esempio gli orari cui prima ci si recava in pescheria: i cittadini non posso più andarci in tarda notte, a causa del coprifuoco imposto alle 22. Ma questo sembra non aver scoraggiato i napoletani. Nonostante il nuovo decreto legge, lunghe code si registrano anche stamattina all’esterno delle pescherie.

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Accade alla Pignasecca, quartiere popolare di Napoli, dove decine di persone, tutte munite di mascherina, si sono presentate prima delle aperture dei negozi, verso l’alba, per acquistare il miglior pescato. La corsa al pesce più fresco, però, coinvolge ogni quartiere di Napoli ed è tradizione anche nelle altre città della Campania.

Chiaramente è tutto consentito: le pescherie rientrano tra quei negozi che possono rimanere aperti a Natale e nei giorni festivi. Anche se la Campania, come tante altre regioni d’Italia, entra di nuovo in zona rossa. Tra i pesci più venduti ci sono naturalmente i frutti di mare, baccalà fresco o sotto sale, capitoni vivi e altri pesci destinati alla frittura. Insomma, il pesce fresco non può mai mancare sulle tavole dei napoletani. Anche a costo di sfidare un virus contagioso.

 

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