Il mistero sulla morte di Maria, la bimba romena di 9 anni violentata e trovata senza vita in una piscina nel beneventano, si infittisce. Altri particolari sono emersi a seguito della seconda autopsia sul corpo della piccola. A quanto pare alcuni dei suoi organi interni sarebbero stati asportati.
LA RICOSTRUZIONE
I fatti risalgono a due anni fa. Era il 19 giugno del 2016, Maria Ungureanu, dopo esser stata violentata, fu ritrovata morta verso mezzanotte all’interno di una piscina di un resort a San Salvatore Telesino.
«La prima autopsia accertò che la piccola era stata violentata e poi uccisa – spiega l’avvocato del padre di Maria. – I risultati non furono del tutto chiari al punto che la Procura di Benevento ha chiesto ed ottenuto da un nuovo gip la riesumazione della salma. Il nuovo esame autoptico ha fatto emergere questa verità agghiacciante: non sono stati rinvenuti gli organi interni. Chiediamo con forza che venga fatta chiarezza in una vicenda da contorni ancora tutti da chiarire. Di fatto sono state cancellate tutte le tracce che possano fare accertare la verità su gli autori di questo omicidio».
IL GIALLO
Il legale intende approfondire la vicenda. Come mai gli organi della piccola sono spariti? Qualcuno, forse, vuole insabbiare tutto? Sono solo alcuni dei numerosi interrogativi che attanagliano la famiglia della piccola Maria e il loro avvocato, che a distanza di due anni ancora non conoscono la verità su quella tragica sera.
«Siamo sconcertati e ora andremo fino in fondo. Presenteremo una denuncia, perché qualcuno deve dirci come è possibile che, con le indagini ancora in corso, non si trovino più i reperti custoditi dagli inquirenti, utili a fare luce sul caso», ha riferito l’avvocato alla criminologa Roberta Bruzzone, consulente della famiglia di Maria Ungureanu.
L’UDIENZA
Disposto al 17 settembre l’incidente probatorio su richiesta del procuratore aggiunto della Procura di Benevento Giovanni Conzo, nell’ambito dell’inchiesta sulla tragica fine di Maria. Per quella data dovrebbero essere disponibili le conclusioni dei tre periti ai quali il giudice ha affidato l’incarico di procedere ad una serie di accertamenti anche di carattere biologico.