C’è anche il consigliere regionale della Campania Carmine Mocerino tra gli otto indagati dalla Procura di Napoli nell’ambito di una maxi-inchiesta su una presunta compravendita di voti. Le elezioni finite sotto la lente degli investigatori sono le Regionali del 2020.
Indagato consigliere regionale Mocerino
Mocerino venne eletto nella lista “De Luca Presidente” con 10.239 preferenze. Secondo gli inquirenti la compravendita di voti sarebbe avvenuta in località Caravita, frazione del comune di Cercola (Napoli). Mocerino, ex presidente della Commissione regionale anticamorra, è indagato insieme a diversi soggetti ritenuti legati alla criminalità organizzata: secondo la Dda avrebbe dato in dotazione ad alcuni uomini diecimila euro per procacciare voti all’esterno dei seggi. Uno di questi, però, è stato pestato da presunti esponenti della criminalità organizzata per non aver pagato loro la “quota” dovuta.
Tra gli altri, risultano indagati anche Pasquale Salvatore Ronza, detto Calimero, e Mario Chiummariello, detto Guappariello: per entrambi è stata disposta anche la misura cautelare della custodia in carcere ma mentre Chiummariello è stato rintracciato, al momento Ronza risulta ancora ricercato dalle forze dell’ordine. Proprio per questi due l’accusa è di aver picchiato un altro degli otto indagati, Ciro Bisogni, 47 anni, soprannominato “‘o cecoff”.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, davanti a un seggio di Cercola, Bisogni stava reclutando voti per conto di Mocerino ma, secondo i pm, i due che poi lo hanno aggredito lo ritenevano “colpevole” di non avere versato una tangente di mille euro al clan De Luca Bossa Minichini del quartiere Ponticelli di Napoli proprio per la compravendita delle preferenze. Attività per la quale, sempre secondo gli investigatori, aveva avuto in dotazione da Mocerino diecimila euro. L’inchiesta della Procura di Napoli sarebbe partita dalle rivelazioni di un pentito del clan De Micco, Rosario Rolletta.
