Le acque reflue del comune di Capua, anziché finire nel depuratore, venivano scaricate direttamente nel fiume Volturno, aumentandone il livello di inquinamento. Questo quanto appurato dai Carabinieri al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che qualche giorno fa ha sequestrato d’urgenza dieci impianti di sollevamento delle acque reflue fognarie e meteoriche del Comune.
Cinque persone sono finite nel mirino degli investigatori per i reati di disastro ambientale, sversamento liquidi nocivi ed immissione in acque superficiali di rifiuti incontrollati. Si tratta di due funzionari dell’ufficio tecnico comunale, il responsabile della ditta cui erano stati affidati i lavori di manutenzione degli impianti e gli ex sindaci Carmine Antropoli ed Eduardo Centore.
Le analisi hanno messo in evidenza la presenza nel fiume di un batterio, l’escherichia coli, legato alla presenza di rifiuti organici. In pratica, a cause del cattivo funzionamento degli impianti sottoposti poi a sequestro, le acque reflue, anziché finire nel depuratore di Marcianise, confluivano direttamente nel Volturno. I Carabinieri hanno scoperto questo meccanismo e il tecnico della Procura ha apposto i sigilli agli impianti. Contestualmente hanno sequestrato, sia presso il Comune di Capua che presso gli uffici del depuratore consortile di Marcianise numerosi documenti relativi alla progettazione e all’affidamento dei lavori di manutenzione degli impianti. Le indagini sono partite lo scorso maggio quando, dopo un controllo delle acque del fiume, fu accertato che le pompe di sollevamento non funzionavano, e le acque reflue finivano direttamente nel fiume invece che essere avviate al depuratore. Anche due ex sindaci nei guai.