Carabiniere napoletano ucciso a coltellate, lo strazio della moglie: “Me lo hanno ammazzato”

“Me lo hanno ammazzato”. La moglie di Mario Rega Cerciello, il carabiniere di Somma Vesuviana ucciso a coltellate a Roma da due rapinatori mentre cercava di fermarli, si lascia andare ad un pianto disperato all’esterno della camera mortuaria del Santo Spirito.

Il Vice Brigadiere di 35 anni si era sposato appena 43 giorni fa. Un matrimonio perfetto, proprio come avevano desiderato i neo sposi. Ma un destino cinico lo ha portato per sempre via dalla sua amata.

“Lei viveva per lui, è una tragedia”, dice in lacrime un amico, giunto da poco all’ospedale romano assieme ad un centinaio di persone. Amici e parenti, la maggior parte campani come il carabiniere, si stringono a vicenda dandosi conforto. Il lungo silenzio viene, però, interrotto dai singhiozzi disperati della moglie. Sono tutti scossi. Nessuno riesce a credere che Mario Rega Cerciello sia morto mentre svolgeva il suo lavoro.

“Sto bene a Roma, ci diceva ma qui era in affitto. La moglie era salita con lui, lavora in una farmacia”, spiega Mario, cugino del vice brigadiere, all’Adnkronos. I due avevano intenzione di lasciare la capitale per fare ritorno nel comune vesuviano. “Stava finendo casa nel loro paese, a Somma Vesuviana, e voleva tornare per stare vicino alla madre e al fratello Paolo e alla sorella Lucia”.

Mario Rega Cerciello amava il suo lavoro e lo svolgeva con grande passione: “Consigliava a tutti di mettere l’uniforme – dice il cugino- non solo alla sorella. Ha avuto conferma di essere entrato effettivo nell’Arma dei carabinieri, due giorni dopo la morte del padre avvenuta dieci anni fa per una ischemia cerebrale, e si è sposato il giorno onomastico del padre Antonio. Non è possibile perdere la vita per una sciocchezza, non esiste – continua – un ragazzo di 35 anni ammazzato per un telefono”.

Lo scippo

L’episodio si è verificato ieri sera in pieno centro, nel quartiere Prati. La vittima, secondo quanto riporta Il Messaggero, era stata borseggiata in una strada centrale. Subito dopo il colpo ha chiamato il proprio telefonino per cercare di recuperare almeno la borsa con i documenti e le chiavi di casa. A rispondere, però, sono stati proprio i due balordi che hanno tentato di estorcere alla donna un po’ di soldi.

La donna, allora, ha allertato i militari dell’Arma. Così, all’appuntamento fissato dai due poco lontano dal luogo dello scippo, in via Pietro Cossa, la vittima è andata accompagnata dai carabinieri. Una volta iniziato lo scambio, i militari sono intervenuti per tentare di bloccare i due rapinatori. Ne è nata una feroce collutazione. Uno dei malviventi, per tentare la fuga, ha estratto un coltello colpendo più volte uno dei militari. Il carabiniere si è accasciato a terra, mentre un collega, anch’egli ferito, tentava inutilmente di fermare i banditi.

Quattro persone in caserma

Durante la mattinata quattro persone sono state accompagnate nella caserma dei carabinieri del Nucleo Investigativo. Due di loro sono state identificate attraverso le telecamere di sorveglianza della zona e poi rintracciate in un hotel di lusso. Continuano i controlli a tappeto anche perché non si esclude che nelle prossime ore possano essere ascoltate anche altre persone.

 

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