Tra i carabinieri arrestati a Piacenza ci sono anche quattro militari napoletani. Si tratta di Giuseppe Montella, di Brusciano, Angelo Esposito, di Napoli e Giacomo Falanga, di Pozzuoli, coinvolti nell’operazione Odysséum della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro della caserma di Piacenza Levante in via Caccialupo.
Carabinieri arrestati, ci sono anche napoletani
Dodici le misure di custodia cautelare in carcere ( 5 militari appartenenti all’Arma dei Carabinieri, 6 civili italiani e un magrebino), cinque le misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari, tra questi ci sarebbe anche il comandante della Compagnia di Piacenza, maggiore Stefano Bazzeccheri, nato a Pompei, quattro le misure d’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (3 carabinieri e un finanziere) e una misura dall’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza e una denuncia a piede libero.
Le accuse sono, a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica, violenza privata aggravata, truffa ai danni dello Stato.
Uno scenario inquietante quello descritto dagli inquirenti, che vedeva a capo del gruppo Giuseppe Montella, detto Peppe. Una sorta di “trascinatore”, a cui sono contestati anche numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti (e perfino di anabolizzanti). Tra i militari era solito anche marinare il lavoro, preferendo passare al ristorante e al bar, le ore che bisognava occupare nello svolgimento delle proprie mansioni. Tra gli episodi documentati mediante le intercettazioni, c’è uno in particolare che risale al 5 marzo scorso.
Al bar ubriachi
A bordo di una vettura di servizio, riporta Stylo24, il gruppo arriva in una trattoria in provincia di Piacenza. Il pranzo durerà almeno due ore, durante il quale i militari consumano 4 bottiglie di vino e altri liquori. Il conto non è per nulla salato: la cifra è irrisoria, appena 25 euro. “Non abbiamo pagato un cazzo, ragazzi, 25 euro… quattro bottiglie, il passito, bargnolino (liquore di prugne dall’elevata gradazione alcolica, ndr), tanta roba”. Secondo Montella, il prezzo vantaggioso viene praticato, perché il titolare del locale “non fa la fattura”. Tornano di nuovo in caserma – carabinieri sarebbero in servizio – poi escono di nuovo per recarsi al bar, dove vi restano fino alle 18. Nel locale consumano, presumibilmente molte altre bevande alcoliche, tanto che dall’ascolto delle intercettazioni, si evince che uno dei militari sia in stato di ebbrezza. “Ci vuole un’ora”, afferma Montella per smaltire tutto quello che hanno mangiato e bevuto. e come se non bastasse, Montella suggerisce ai colleghi di trascrivere agli atti interni da compilare al termine del turno di aver effettuato un servizio di ocp, vale a dire di osservazione, controllo, pedinamento.