Cardito, Tony pestava come una belva: “Ma non smetteva di urlare”. Bimbo agonizzante curato con pomate

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Il bimbo cercava di pararsi dai colpi inferti da Tony. “Smettila, ti prego”, avrebbe implorato sotto la tempesta di pugni e calci. Lui però ha infierito: dopo i colpi a mani nude, ha preso una mazza da scopa e l’ha percosso finché non è stato in silenzio. E’ questo quello che emerge dalla confessione choc del 24enne accusato di aver ucciso a botte il piccolo Giuseppe Dorice, 7 anni, nella domenica dell’orrore di Cardito.

“Li ho presi a schiaffi, forti. Poi a pugni – ha dichiarato l’uomo -. Ma loro strillavano e strillavano ancora”. Urla che forse hanno caricato ancora più di rabbia e violenza l’infanticida, che ha proseguito il pestaggio a colpi di scopa. La compagna, Valentina Caso, non avrebbe assistito inerme a quanto accadeva, come si è supposto all’inizio. Secondo infatti quanto raccontato dal 24enne, avrebbe provato a fermare la violenza cieca di Tony, ma lui l’avrebbe allontanata dandole un morso alla testa.

Quando Giuseppe e Noemi hanno smesso di urlare, finalmente i due hanno provato a soccorrerli, ma con i rimedi blandi. Il piccolo è stato raccolto dalla mamma, esanime a terra, mentre lui è sceso per andare a comprare una pomata in farmacia, e lo ha adagiato sul divano. Il bimbo piangeva, non riusciva a muoversi. Nessuno chiamava il 118. Insieme al compagno, la Caso ha tamponato il sangue con uno strofinaccio e spalmato una pomata sul volto del figlio. Le cure domestiche sono andate avanti finché non è intervenuta la mamma di Tony che, resasi conto della gravità della situazione, ha allertato finalmente i soccorsi, quando però era già troppo tardi ed erano trascorse quasi tre ore dal violento pestaggio.

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