Quello che leggerete è il grido di dolore di Renato Franco Natale, sindaco di Casal di Principe, una persona che sta rischiando ogni giorno la vita e che ha regalato la sua salute fisica e psichica allo Stato italiano per poter affermare la legalità in terra di camorra, in luoghi dove la mafia del clan dei Casalesi ha dettato – e forse detta – ancora detta legge. Lo Stato l’ha lasciato solo e lo consegna alla camorra. Lo Stato già altre volte ha ucciso suoi servitori fedeli lasciandoli soli o peggio riducendoli al silenzio. Ed è quello che sta facendo anche con il sindaco di Casal di Principe.
ECCO IL TESTO DELLA LETTERA DI RENATO FRANCO NATALE, SINDACO ABBANDONATO A CASAL DI PRINCIPE
Amareggiato, preoccupato, ma anche arrabbiato:
L’amministrazione Comunale di Casal di Principe, ha attivato il servizio chiamato “ Spesa solidale”, prevedendo un bonus per spese alimentari di 25 euro a componente familiare, sulla base di una graduatoria stabilita come da specifico regolamento, che teneva conto di alcune caratteristiche significativa del disagio socio economico del richiedente. Alla fine del Percorso le domande ricevute sono state ben 516 ( SI TRATTA DI 515 NUCLEI FAMILIARI, PARI AD OLTRE 2000 PERSONE, CIRCA IL 10 % DELLA POPOLAZIONE), ma i fondi disponibili del Comune hanno permesso di soddisfare la richiesta di solo 152 nuclei familiari. La maggioranza dei richiedenti è stata dunque esclusa da questo beneficio.
Amareggiato perché, alla fine, chi è stato escluso, giustamente deluso, ha visto nella mia persona e nell’amministrazione un nemico, non capace di comprendere il disagio e le difficoltà dei propri cittadini (reazioni che non condanno, che capisco, ma che contemporaneamente mi amareggiano, perché il nostro obiettivo era al contrario proprio quello di dare un minimo di sostegno a chi vive in grande difficoltà).
Preoccupato, perché l’intera vicenda segnala una povertà diffusa di grandi dimensioni, segnala una società in difficoltà con un numero enorme di nuclei familiari ai limiti del sostentamento; preoccupato perché non siamo in grado, nonostante tutti gli sforzi finora fatti, di venire incontro alle richieste dei nostri concittadini che si trovano così a vivere in solitudine la loro condizione di povertà.
E sono arrabbiato, perché, come amministrazione, ci sentiamo soli ad affrontare questi enormi problemi sociali, che richiederebbero ben altre risorse, che non quelle modeste del nostro bilancio; arrabbiato anche perché, nel frattempo che non riesco a trovare risorse sufficienti per le politiche sociali, c’è chi vuole che facciamo altri debiti, oltre quelli già in campo, per abbattere le case di cittadini, abusivi certo, ma non criminali, che spesso hanno costruito le proprie abitazioni con sacrificio e indebitandosi.
Oggi, invece di trovare nello Stato, nelle sue varie articolazioni, un amico pronto ad aiutarci, troviamo a volte solo il volto truce di chi ci richiede l’applicazione sic et simpliciter di norme e leggi, senza tener conto dei risvolti economici e sociali. Io sono, amareggiato, preoccupato, arrabbiato, ma anche rispettoso delle Istituzioni e dello Stato, sicuro che prima o poi qualcuno vorrà veniRe a sostenere la nostra faticosa opera per ridare normalità a questa Comunità, normalità che significa infrastrutture civili, ma soprattutto serenità.
Il sindaco di Casal di Principe,
Renato Franco Natale