Castel Volturno, tanto alcol e poi una parola di troppo: così Ulderico ha ucciso Augusto

Hanno fatto incetta di bottiglie di birra al bar di fronte. Poi i due amici, Ulderico Piccolo, 43 anni, e Augusto Grillo, 37 anni, sono andati nella villetta del parco “Le Anfore” di Castle Volturno per trascorrere insieme il sabato sera. Con loro un amico. L’alcol è scorso a fiumi. Nel mezzo della serata però qualcosa è andato storto. Un bisticcio, forse una discussione per futili motivi. Augusto mai avrebbe immaginato che il compagno di bevute, Ulderico, sarebbe diventato il suo assassino.

Giugliano, Ulderico Piccolo uccide l’amico. Troppo alcol quella sera

E’ con un coltellaccio da cucina che il 45enne, titolare di un’agenzia immobiliare a Lago Patria, ha sferrato un fendente al petto dell’amico. Nel mezzo della discussione, forse con la mente annebbiata dall’alcol, Ulderico ha afferrato l’arma e l’ha piantata nel torace di Augusto. Quando ha visto il sangue scorrere copioso sulle mattonelle dell’appartamento, sotto gli occhi attoniti del terzo amico, è uscito come da una “trance” in cui era prigioniero. E ha capito cosa avesse fatto. Quindi ha caricato il corpo dell’amico sulle spalle e l’ha trasportato fino al pronto soccorso della clinica Pineta Grande. Forse conscio della gravità del delitto, l’ha scaricato fuori al nosocomio scappando con l’auto.

Ma era tardi anche per lui. Augusto Grillo è morto poco dopo per un sopraggiunto arresto cardiocircolatorio. I carabinieri, giunti sul posto, hanno subito preso visione dei filmati di videosorveglianza e hanno identificato Ulderico Piccolo grazie al numero di targa della sua macchina. Il 43enne, una volta rintracciato, non ha opposto resistenza. Condotto in caserma ha subito confessato di essere stato lui il killer dell’amico. Quando i militari dell’Arma arrivano nella villetta del parco “Le Anfore”, la scena del delitto è immacolata: c’è ancora il sangue e l’arma del delitto poggiata sul tavolo. Un gesto d’impeto, un raptus di follia durante una serata tra amici che è costata la vita ad Augusto.

I due erano amici”, spiegano i vicini. “Non sono mai stati degli attaccabrighe. In zona si sapeva che ogni tanto eccedevano con alcol e droga, ma mai nessun episodio di violenza”. Quella sera, forse, hanno esagerato con le birre. Pochi minuti prima erano fianco a fianco, sorridevano, scherzavano, trascorrevano insieme il primo sabato sera dopo il lockdown nel patio della villetta, all’aria aperta. Poco dopo la tragedia: Augusto vittima, Ulderico carnefice.

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