Castel Volturno. Avrebbe inquinato le prove dell’indagine sull’ampliamento della clinica Pineta Grande. Per questa ragione, è finito agli arresti domiciliari Vincenzo Schiavone, titolare di fatto della struttura sanitaria. La misura cautelare è stata richiesta dalla procura di Santa Maria Capua Vetere che, nei mesi scorsi, aveva ordinato il sequestro dell’area in corso di ampliamento.
Ampliamento Pineta Grande: gli indagati
Risultano indagati, oltre al patorn della struttura, anche un funzionario della Soprintendenza archeologica di Caserta e un tecnico della struttura. Si tratta di Giuseppe Schiavone, per il quale il gip ha disposto una misura interdittiva dai pubblici uffici per la durata di un anno, e di Domenico Romano, che invece è stato raggiunto da un divieto di dimora in Campania.
Le accuse, ipotizzate a vario titolo, vanno dalla corruzione alla falsità in atto pubblico, dall’abuso d’ufficio alla violazione delle norme in materia urbanistica.
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Le ipotesi
Secondo la tesi sostenuta dai pm coordinati dal procuratore Maria Antonietta Troncone, le autorizzazioni rilasciate per l’ampliamento della clinica sono “carenti” e non rispondono alle esigenze paesaggistiche.
Stando alle risultanze delle perizie ordinate dagli inquirenti, le concessioni rilasciate alla clinica Pineta Grande sono frutto di un accordo illecito tra i funzionari pubblici e Vincenzo Schiavone.
Secondo i pm, Vincenzo Schiavone avrebbe anche cercato di “avvicinare” il pm titolare delle indagini dopo aver saputo dell’inchiesta a suo carico. Tale comportamento, si legge nella nota diramata stamane dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, “è sintomatica dell’attitudine dell’indagato a inquinare le prove”.