Corpi squartati, a volte mutilati. Organi espiantati e puliti a dovere prima di essere venduti sul mercato nero. E’ la faccia feroce della mafia nigeriana, da anni insediata nel settore della tratta degli organi, e ultimamente al centro della cronaca campana. Sotto i riflettori ci è finita Castel Volturno, che sarebbe diventata – come accertato dalle inchieste condotte dal Mattino – il serbatoio del traffico di organi umani, che arrivano fino agli ospedali di Atlanta e New York.
E del caso pare se ne stia occupando perfino l’FBI. L’inchiesta è partita da qualche anno e sta seguendo i vari gruppi nigeriani, i Black Axe, i Vicking, e gli Eyes che dal litorale Domizio fanno arrivare “carne umana” in cambio di cospicue quantità di denaro, che finiscono direttamente sui conti di immigrati nigeriani regolari. Una strategia che dovrebbe allontanare i sospetti sulla tratta.
Il denaro – spiega Affari Italiani – passa per le carte paypal, nel money transfer ma anche per i canali di underground banking, i servizi finanziari del deep web. Gli organi sarebbero sottratti a ragazzi e ragazze minorenni che dopo un periodo di prostituzione e varie attività illegali diventano merce umana vera e propria. Il tariffario è agghiacciante: i reni di donne e bambini vengono venduti a 5.000 euro.
Secondo gli inquirenti una rete di relazioni segrete terrebbe insieme i boss in Nigeria, quelli Usa e nell’area campana. Ma non è noto se e quando i dati italiani, della Dda e della polizia dello Sco, siano stati condivisi e viceversa con quelli dell’Fbi. Quello che è certo è che gli agenti federali americani siano comparsi in Campania, anche negli uffici dei colleghi locali.
Ma c’è di più, i traffici di organi umani si incrociano con un’altra attività losca, il trasporto degli ovuli. I cosiddetti “corrieri” ingoiano anche un chilo di cocaina a viaggio in cambio di 10.000 euro, con chi viene fatto prostituire, con chi vende merce abusiva e anche con chi chiede l’elemosina. Le somme racimolate vengono poi versate ai clan.