Due arresti nel clan d’Alessandro di Castellammare di Stabia. Questa mattina, i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Antonino Esposito Sansone (classe 1964), e Vincenzo Ingenito (classe 1977). Sonoravemente indiziati dell’omicidio di Pietro Scelzo, ucciso nell’androne del cortile della propria abitazione con undici colpi di arma da fuoco esplosi da una pistola calibro 9, in vico Pace il 18 novembre 2006.
Omicidio Scelzo, due arresti nel clan D’Alessandro
L’odierno provvedimento trae spunto dall’arresto del 6 febbraio 2020 di Pasquale Rapicano, condannato all’ergastolo poiché responsabile dell’omicidio Scelzo. L’attività investigativa, sviluppata da gennaio 2020 a novembre 2020 e integrata dalle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia, ha consentito di far luce sull’esatta dinamica dell’omicidio, perpetrato con particolare ferocia e premeditazione.
Gli investigatori in particolare hanno accertato che Ingenito e Renato Cavaliere avevano decretato la morte di Scelzo per il tradimento determinatosi con il suo passaggio nelle fila del clan rivale degli Omobono-Scarpa. Per conto di quest’ultimo infatti stava gestendo lo spaccio nel quartiere “Centro Antico” di Castellammare di Stabia.
Le indagini hanno permesso di ricostruire le fasi in cui il gruppo di fuoco, composto da Rapicano, Vincenzo Guerriero (poi suicidatosi nel carcere di Benevento nell’anno 2017) e Esposito Sansone, avevano seguito la vittima studiandone i movimenti, le frequentazioni e gli orari di ritorno presso la propria abitazione. Poi ne avevano individuato insieme ai mandanti le strategie per recuperare le armi utilizzate per l’omicidio, per consegnarle al materiale esecutore e per occultarle al termine dell’azione di fuoco.
L’omicidio di Scelzo integrava la finalità mafiosa di affermare il predominio del clan D’Alessandro nel territorio di Castellammare di Stabia ed il suo pieno controllo delle relative piazze di spaccio a scapito del clan rivale Omobono-Scarpa.