Lucio Dalla, un cardine della musica d’autore italiana, ha lasciato un patrimonio artistico inestimabile. Scopriamo alcune curiosità su uno degli artisti più eclettici che l’Italia abbia mai conosciuto: la vita privata, la carriera, la dedica a Caruso e le canzoni più amate dagli italiani.
Lucio Dalla, la vita
Lucio Dalla nacque a Bologna il 4 marzo 1943 sotto il segno dei Pesci, da bambino crebbe nella sua città natale. Dopo la morte del padre, nel 1950, a causa di un tumore, la madre decise di mandarlo a studiare al Collegio Vescovile Pio X di Treviso. Sul finire degli anni Cinquanta, Lucio imparò a suonare la fisarmonica. Terminate le scuole dell’obbligo, iniziò a studiare ragioneria, poi passò al liceo classico e infine al linguistico. Non si rivelò mai uno studente modello.
Trascorse l’adolescenza nuovamente a Bologna, e qui si appassionò alla musica jazz. A dieci anni ricevette il suo primo clarinetto, e imparò a suonarlo da autodidatta. Dotato di uno straordinario talento, iniziò subito in una band jazz emiliana. Questa esperienza gli diede l’occasione di incontrare il leggendario trombettista Chet Baker, che all’epoca viveva a Bologna. I due si esibirono insieme in alcune particolari circostanze. Trasferitosi a Roma, Lucio continuò a formarsi come jazzista di grande qualità. Si fece notare come leader del gruppo Flippers. Convinto da Gino Paoli, Lucio abbandonò il gruppo per inseguire il successo da solista.
La carriera
A 21 anni, nel 1964, incise il suo primo 45 giri. Esordì al Cantagiro in quel periodo, ricevendo un imbarazzante lancio di frutta e ortaggi. Ma Lucio non era tipo da lasciarsi spaventare. Incise il suo primo album 1999 e si presentò al Festival di Sanremo con la sua prima hit, Paff… Bum! abbinato con un gruppo leggendario, gli Yardbirds di Jimmy Page e Jeff Beck.
Il suo rapporto con Sanremo fu d’odio e amore. Fece ritorno nella kermesse nel 1971, con un brano destinato a entrare nella leggenda: 4/3/1943. Arrivò al terzo posto. A far discutere fu la censura applicata a tale canzone.
Il suo titolo originale, Gesù bambino, fu ritenuto inadatto, e pure parti del suo testo furono riscritte. Al di là di Sanremo, fu un successo clamoroso, e ottenne consensi in tutt’Italia e anche al di fuori dei confini nazionali. Anche il disco che conteneva il brano sanremese, Storie di casa mia, raggiunse la cima delle classifiche, proiettando Dalla verso una nuova dimensione. L’anno dopo tornò ancora a Sanremo, con un altro brano divenuto col tempo un suo evergreen: Piazza Grande. La canzone, dedicata a un senzatetto, vantava un testo scritto da Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti, mentre la musica era composta dallo stesso Dalla con Ron. Il successo fu straordinario e decretò l’inizio di una nuova vita artistica per Dalla, da qui in avanti cantautore tra i più apprezzati in Italia, grazie anche al successivo disco, Lucio Dalla del 1979. Nei primi anni Ottanta il gruppo con cui suonava decise di iniziare una carriera parallela: nacquero così gli Stadio di Gaetano Curreri.
Lucio Dalla, la dedica al tenore Enrico Caruso
La canzone è dedicata al tenore Enrico Caruso. Dalla l’ha scritta proprio nell’albergo dove il cantante lirico morì, nel 1921, a causa dell’aggravarsi delle sue precarie condizioni di salute.
Lo stesso cantautore bolognese ha raccontato la genesi di quella canzone amatissima in tutto il mondo. Ha detto di averla scritta in seguito a un episodio spiacevole: si ruppe la sua barca tra Sorrento e Capri e vennero in suo soccorso alcuni amici, proprietari dell’albergo dove morì Caruso. Nel corso della sua permanenza sul posto, gli fu raccontata la storia del tenore, alcuni dettagli sulla sua vita privata e personale, nello specifico la sua passione per una sua giovane allieva di canto di cui era innamorato.
Le canzoni più amate dagli italiani
- L’anno che verrà
- Come è profondo il mare
- 4 marzo 1943
- Futura
- Caruso
- Anna e Marco
- Tu nono mi basti mai
- Piazza Grande
- Disperato erotico stomp
- Attenti al lupo