Malcom X, ricordato come uno tra i maggiori attivisti dei diritti umani americani, è stato un politico statunitense e leader nella lotta degli afroamericani. Fu uno dei più grandi e discussi leader afroamericani del XX secolo. Una complessa evoluzione filosofica lo condusse all’Islamismo che egli riteneva capace di abbattere ogni barriera etnica e ogni forma di discriminazione.
Malcom X: vita
Malcolm X nasce a Omaha in Nebraska, ed è figlio di Earl Little e Louise Norton Little.
Suo padre, predicatore battista morì nel 1931, ufficialmente per essere stato investito da un tram. Tuttavia, nella sua autobiografia, Malcolm sostenne che il padre era stato assassinato dallo stesso gruppo di sostenitori della “supremazia bianca”.
La madre di Malcolm, originaria di Grenada era per metà bianca perché nata in seguito ad uno stupro da parte di un bianco. A causa delle persecuzioni e delle controversie sulle reali cause della morte del marito, Louise soffrì in seguito di gravi e ripetuti crolli emotivi. Alcuni anni dopo la morte di Earl fu dichiarata insana di mente e rinchiusa in un istituto psichiatrico. I figli furono separati tra famiglie affidatarie diverse ed orfanotrofi.
Malcolm terminò la junior high school ottenendo i migliori risultati della sua classe. Abbandonò gli studi però quando il suo insegnante preferito gli disse senza mezzi termini che diventare un avvocato di fama non era “un obiettivo realistico per un negro”. Lasciata la scuola, Malcolm ebbe i primi problemi con la legge che lo portarono in un centro di detenzione.
In seguito trovò lavoro come lustrascarpe presso un night club. Inoltre trovò anche lavoro come cameriere in un treno. Trasferitosi poi nel quartiere di Harlem, a New York, si diede a una serie di attività illegali fra cui spaccio di droga, gioco d’azzardo, sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina.
Nel 1958 Malcolm sposò Betty Dean Sanders a Lansing, nel Michigan. Ebbero sei figlie, che presero in seguito il nome “Shabazz”: Atallah nel 1958, Qubilah nel 1960, Ilyasah, nel 1962, Gamilah Lumumba nel 1964, e le gemelle Malaak e Malikah, nate dopo la morte di Malcolm nel 1965.
Le indagini della CIA
Uscito di prigione, Malcolm X conobbe Elijah Muhammad, a Chicago. Nel marzo del 1953, la CIA iniziò a spiare le azioni di Malcolm. Secondo alcuni informatori, infatti, Malcolm X era “comunista” e come tale, bisognava controllarlo. Nell’archivio della CIA comparivano anche due lettere firmate da Malcolm X con lo pseudonimo “Malachi Shabazz”; il cognome “Shabazz”, secondo Elijah Muhammad, si riferiva alla discendenza di un’antica “nazione asiatica nera”. Nel maggio dello stesso anno, la CIA concluse che Malcolm X aveva una “personalità asociale con tendenze paranoiche (schizofrenia paranoide pre-psicotica)”.
Sempre nel 1953, Malcolm si trasferì definitivamente presso Elijah Muhammad a Chicago, per tornare poi a Boston con il ruolo di “Ministro del Tempio Numero 2 della Nazione dell’Islam”. Nei tempi successivi aprì numerosi altri templi, diventando ministro di molti di essi. La sua predicazione portò moltissimi proseliti alla NOI.
Malcom X: il nuovo movimento
L’8 marzo 1964 dichiarò pubblicamente la sua separazione dalla NOI e il 12 marzo annunciò la creazione di un nuovo movimento chiamato Muslim Mosque, Inc. La principale differenza ideologica fra il movimento creato da Malcolm X e la NOI è l’abbandono del presupposto religioso come elemento di coesione per il popolo nero, posizione che aveva già espresso nel discorso ai quadri di base del novembre 1963. Nel frattempo, tuttavia, Malcolm X si convertì all’islamismo ortodosso.
Il 13 aprile del 1964, Malcolm lasciò gli Stati Uniti d’America per recarsi in viaggio prima in Egitto e poi a Jeddah, in Arabia Saudita. Non essendo in grado di parlare arabo, e avendo un passaporto statunitense, ebbe qualche difficoltà a entrare nel paese; tuttavia, grazie all’intervento della stessa famiglia reale saudita, riuscì alla fine a completare il suo pellegrinaggio. Durante questa esperienza religiosa, arrivò per la prima volta a concepire l’Islam come una religione capace di abbattere qualsiasi barriera etnica.
Malcom X: morte
Il 14 febbraio 1965, Malcolm e la sua famiglia sopravvissero a un attentato dinamitardo contro la loro abitazione. Esattamente una settimana dopo, il 21 febbraio, Malcolm fu assassinato durante un discorso pubblico a Manhattan, all’età di 39 anni, con sette colpi di arma da fuoco. Al funerale di Malcolm X, celebrato il 27 febbraio 1965 ad Harlem, parteciparono oltre 1 500 000 persone. Il suo corpo fu sepolto nel Cimitero di Ferncliff, ad Hartsdale, New York.
In seguito alle indagini sull’attentato tre membri della Nation of Islam (N.O.I.) furono arrestati per il suo assassinio: Talmadge Hayer, Norman 3X Butler e Thomas 15X Johnson. Benché tutti e tre fossero stati condannati per omicidio nel marzo del 1966, il solo Hayer confessò le proprie responsabilità, solo in seguito vennero fatti altri nomi sui mandanti, tutti appartenenti alla Nation of Islam. Talmadge Hayer, conosciuto anche come Thomas Hagan, ha ottenuto la libertà condizionale e il 27 aprile 2010 è stato scarcerato.
È probabile che Malcolm X temesse da tempo per la propria vita. Nel 1964, la rivista Life aveva pubblicato una famosa fotografia di Malcolm all’interno della sua abitazione, mentre spia da dietro la finestra imbracciando una carabina; la didascalia recitava “con tutti i mezzi necessari” con chiaro riferimento alle minacce di morte rivolte al leader e al suo commento per cui “si sarebbe difeso” con un’arma.