Napoli, uccise vicino di casa: Cassazione conferma condanna per Severino

Anche la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 24 anni e 6 mesi di carcere per Mauro Severino, killer di Patrizio Falcone (in foto), 42enne napoletano suo vicino di casa.

Napoli, uccise vicino di casa: Cassazione conferma condanna per Severino

Era la sera del 23 maggio del 2020, pieno lockdown, Patrizio – marittimo di professione – stava sistemando una piscina e un dondolo per dare uno svago ai figli sul suo terrazzo a Piscinola, quando il suo vicino di casa, Mauro Severino, iniziò con lui una pesante discussione che poi finì drammaticamente nel sangue. Patrizio – descritto da tutti come un gran lavoratore e un bravo padre di famiglia – fu colpito al petto con una lama da 12 centimetri sotto gli occhi atterriti del figlio Francesco, che all’epoca dei fatti aveva solo 15 anni.

Da quel giorno è iniziato un calvario giudiziario per la famiglia Falcone che – insieme alla fondazione Polis e allo stesso Comune di Napoli (costituiti parte civile nel processo penale a carico di Mauro Severino) – hanno chiesto dal principio una condanna esemplare per l’assassino.

Le parole della vedova

“Chiedo che le leggi siano di esempio –  ha più volte dichiarato la vedova di Patrizio, Anna Gaeta, di 39 anni – per chi con la propria mano assassina toglie la vita a un’altra vita umana, vengano date pene esemplari. Perché solo così le nostre strade potranno smettere di sanguinare… Perché per noi vittime innocenti nulla torna indietro, nessuna condanna può far tornare in vita i propri cari, perché l’ergastolo a vita lo abbiamo avuto noi. Giustizia e mai vendetta”.

La condanna in primo e secondo grado

Severino è stato condannato in primo e poi secondo grado a 24 anni e 6 mesi di carcere, condanna che non aveva pienamente soddisfatto né la famiglia né le altre parti civili e che è stata contestata anche dallo stesso imputato che – attraverso i suoi legali – ha fatto ricorso in Cassazione.

La Corte, nell’udienza che si è tenuta a Roma lunedì 3 ottobre, ha infine dichiarato inammissibile il ricorso confermando gli stessi anni di reclusione e condannando Severino al pagamento delle spese processuali e a un rimborso di circa 16mila euro.

Risultando l’uomo nullatenente, però né la famiglia Falcone né le altre parti civili potranno probabilmente vedere mai quei soldi.

 

 

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