A gestire le cucine di una casa-ristorante in una traversa di via Licola mare c’era una ragazza malata di AIDS. E’ questa la drammatica scoperta fatta stamattina dagli Agenti della Polizia di Stato e della Polizia Municipale nel corso del blitz in uno stabile del litorale domitio. La donna, extracomunitaria, ha confessato agli uomini delle forze dell’ordine di essere affetta dalla malattia infettiva: era lei che lavorava e gestiva le cucine del ristorante abusivo finito sotto sequestro.
I poliziotti hanno accertato, nel corso della perquisizione, che lo stabile fungeva da dormitorio-ristorante per decine e decine di extracomunitari della zona. Venivano serviti piatti caldi, come riso, pollo, pesce e carne in condizioni igieniche molto precarie. A rendere ancora più inquietante la scoperta il fatto che a lavorare in cucina fosse una ragazza vittima del virus dell’HIV. La donna entrava in contatto ogni giorno con il cibo servito ai clienti, lo sistemava nei cassetti e nel frigorifero e probabilmente lo cucinava.
Nello stesso edificio, tra letti accatastati l’uno di fianco all’altro, sono stati rinvenuti anche pezzi di biancheria intima. Gli investigatori ipotizzano che fosse in atto un giro di prostituzione di cui però non si conoscono ancora gli eventuali responsabili e le vittime. Una situazione di estremo degrado quella scoperta a Licola che ha reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine dopo i recenti episodi di violenza scoppiati in strada.
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