Cisterna, dettagli choc: Luigi Capasso di Secondigliano ha ucciso così le due bambine

Le figlie di Luigi Capasso sarebbero state uccise nel sonno a colpi di pistola. E’ questa la ricostruzione che emerge, al momento, dalle indagini degli inquirenti sulla base della testimonianza della vicina di casa.

Una morte atroce. La pistola d’ordinanza avvicinata al letto dove dormivano le piccole il sangue ovunque. Un momento di follia che è costata la vita a due anime innocenti. avrebbe preso dalla borsa di Antonietta le chiavi per entrare in casa, dove ignare di quanto stava accadendo dormivano le sue due figlie: Martina di 8 anni e Alessia di 13. Ha ucciso prima la più piccola sparandole nel letto, mentre dormiva. Secondo i rilievi degli esperti poi si sarebbe diretto nella stanza della primogenita, che intanto si era svegliata. L’ha freddata con un colpo al torace. La ragazzina è stata trovata ai piedi del letto.

“Dopo aver udito gli spari in garage ne ho sentiti altri tre o quattro nell’appartamento dell’uomo – ha dichiarato la donna, che al momento degli spari stava dormendo insieme alla figlia -, lui è andato giù, ha aspettato la moglie e le ha sparato, poi ha preso la borsa, è andato su e si sono sentiti tre o quattro spari. Ci siamo affacciate, poi i carabinieri ci hanno fatto rientrare”.

Luigi Capasso e Antonietta Gargiulo frequentavano la parrocchia di San Valentino a Cisterna ed erano assidui partecipanti da più di dieci anni del gruppo di preghiera della comunità carismatica del Rinnovamento nello Spirito. Spiega il parroco Don Livio: “Tutta la comunità è sconvolta, maggiormente per le bambine – spiega il sacerdote – la nostra comunità parrocchiale ha visto crescere le piccole Martina e Alessia e ha visto la collaborazione di Antonietta come catechista. Un gesto così non me lo spiego. Anche se ultimamente mi ero accorto che, tra le varie confidenze, qualcosa non quadrava.  Ma queste difficoltà sembravano facilmente superabili”.

I due coniugi, come ha spiegato don Livio, erano stati mandati in un centro diocesano per l’aiuto alle famiglie in crisi affinchè superassero il momento difficile che stavano vivendo. Incomprensioni, litigi, scenate di gelosia e violenze dopo la decisione di lei di divorziare. Ma i tentativi di mediazione non andavano.  Le bimbe sono state battezzate nella stessa parrocchia e Alessia, la figlia più grande, era stata inserita nel gruppo dei giovani dell’Azione Cattolica. “Queste cose accadono quando non c’è reciproca corrispondenza di affetto, conoscenza e sopportazione tra moglie e marito. E quando manca l’amore vero e concreto”, ha concluso il sacerdote.

Secondo un amico dei coniugi che frequentava con loro il gruppo di preghiera, Antonietta Gargiulo non aveva intenzione di lasciare suo marito, aveva però avviato le pratiche di separazione per spaventarlo, affinchè il marito limitasse la sua gelosia. Luigi Capasso non aveva reagito bene alla decisione della moglie. “Si era presentato circa cinque mesi fa in fabbrica dove lei lavorava e l’aveva picchiata – spiega l’amico del gruppo di preghiera -, l’ultima volta che l’ho visto era molto giù, diceva che non aveva più una moglie”. Una decisione presa dalla coniuge che il marito non voleva assolutamente accettare, che portava a violente e assidue discussioni. Sfociata in un triste epilogo.

Antonietta Gargiulo, 39enne di Melito, ora è in ospedale in gravissime condizioni a seguito delle ferite al viso, alla spalla e all’addome riportate dagli spari del coniuge. E’ ricoverata all’ospedale San Camillo dopo essere stata trasportata al nosocomio in elicottero. “Viveva per le sue bambine – spiega una sua amica – le adorava”.

Una frase che sembra profetizzare l’accaduto era stata scritta il dieci febbraio da Capasso: “Non dire mai a me non accadrà, tutto capita anche quello che non avresti mai immaginato” Date le diverse discussioni sfociate in violenza, spiega il legale della coniuge Maria Belli,  la donna aveva preso la decisione di separarsi e aveva anche avvisato i superiori  del marito. “La signora aveva anche parlato con il comandante dei carabinieri, ma il marito aveva sempre rifiutato gli incontri chiarificatori”. Pertanto gli inquirenti sono ancora al lavoro,le due figliolette di Capasso sarebbero state quindi uccise nel sonno tuttavia la certezza si avrà dall’esame autoptico delle due bambine disposto dal pm Giuseppe Buontempo.

 

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