Un bimbo di due anni conteso da due genitori. Una madre che accoltella il piccolo e lo uccide, per poi inviare una foto al padre. Solo per vendetta. E’ il retroscena drammatico dell’omicidio consumato a Città della Pieve, in provincia di Perugia. In manette è finita Erzsebet Bradacs, 44enne ungherese, è accusata di omicidio aggravato. E’ in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Intanto domani si procederà all’esame autoptico sul corpicino del bimbo.
Città della Pieve, bimbo ucciso dalla mamma per “vendetta” contro il papà
A scatenare la furia omicida della 44enne sarebbe stata la causa di affidamento in corso tra lei e il papà del bambino. Il tribunale avrebbe dovuto decidere chi doveva prendersi cura del piccolo Alex. I rapporti tra i due adulti erano tesi e costellati da numerose liti. A rivelarlo è la donna al pm durante l’interrogatorio di fermo. Ma a lasciare sconvolti gli investigatori è un dettaglio: la foto del bimbo agonizzante scattata dopo l’accoltellamento e inviata tramite WhatsApp al padre del piccolo di due anni, Stefano, residente a Budapest.
Sono in corso accertamenti per capire se l’immagine era diretta proprio all’uomo, oppure al fratello di Alex: un 18enne che vive in Ungheria. Se l’inoltro della foto fosse in qualche modo intenzionalmente avvenuto per il papà prenderebbe corpo l’ipotesi della premeditazione. Tra l’altro la stessa Bradacs ha fornito versioni constrantati sulla morte del figlio. Prima ha detto che Alex era caduto. Poi che era stato ucciso mentre lei dormiva. Poi che non sapeva nulla. Ma non ha convinto la pm Manuela Comodi che ha disposto il fermo per pericolo di fuga e la sentirà ancora domani nell’interrogatorio di garanzia. Nello stesso giorno ci dovrebbe essere l’autopsia sul bambino.
Com’è morto Alex
Il corpo di Alex era adagiato sul nastro trasportatore dei prodotti della cassa del supermarket Lidl di Po’ Bandino, vicino Città della Pieve, dove Erzsebet lo ha deposto. Non è chiaro se sia stato ucciso nel sonno o mentre era sveglio. Avrebbe ricevuto nove coltellate, in particolare una allo sterno e uno alla base del collo potrebbero averlo ucciso sul colpo. Il bimbo sarebbe stato ucciso in un casolare e poi trasportato al supermercato Lidl. Ad alimentare i sospetti sulla mamma anche la presenza di un coltello, spezzato, che aveva nella borsa. Si capirà dall’esame autoptico se è stata quella l’arma del delitto.