Casalesi, sequestro il patrimonio agli eredi dell’imprenditore Stefano Di Rauso. È stato un imprenditore di riferimento del clan dei Casalesi, attivo nel settore del calcestruzzo, da sempre core business del clan casertano, sin da quando al timone della cosca c’era il fondatore Antonio Bardellino. I Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Caserta questa mattina hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione reale, emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sottoponendo a sequestro beni mobili, immobili, società e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di circa 25 milioni di euro.
Il patrimonio era nella disponibilità dei figli e moglie di Stefano Di Rauso, classe ’40, deceduto lo scorso mese di luglio, imprenditore operante nel settore delle cave e del calcestruzzo, già tratto in arresto nel dicembre 2011 dagli stessi militari del Nucleo Investigativo di Caserta in quanto responsabile di associazione di tipo mafioso (clan “dei Casalesi” – fazione Schiavone). Il provvedimento riguarda 2 imprese/cave di calcestruzzo, 69 terreni agricoli, 1 fabbricati rurali, 3 appartamenti, 3 autorimesse, 2 locali adibiti a deposito industriale, 37 veicoli e 4 polizze vita, 1 locale commerciale (adibito ad istituto di credito), 3 uffici, tutti ubicati nella provincia di Caserta.
Di Rauso fu arrestato nel 2011 per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli cosiddetta “Il Principe e la Scheda Ballerina”, che portò all’arresto di oltre 40 persone per voto di scambio politico mafioso in relazione ad alcune tornate elettorali a Casal di Principe; tra gli arrestati anche Nicola Cosentino, coinvolto in relazione alla vicenda del Centro Commerciale «Il Principe», voluto dai Casalesi ma mai realizzato.