Napoli. Un tesoretto da spartire tra tanti affiliati, ma anche tra le donne degli uomini del clan morti ammazzati o finiti in galera. Un vero e proprio sistema di Welfare che consentiva ad una delle cosche più potenti di Napoli, quella dei “Capitoni“, di finanziarsi e di mantenere un certo tenore di vita.
Secondo quanto rivelato dal collaboratore di giustizia, Mario Lo Russo, e riportato oggi dal quotidiano Il Roma, nel 2013 le entrate mensili del clan ammontavano a circa 50mila euro al mese. Uscito dal carcere, Lo Russo percepiva, come esponente di spicco, 5mila euro mensili, che gli venivano consegnati in contanti da Giulio De Angioletti.Altri affiliati, invece, non godevano di uno “stipendio”, ma gestivano direttamente le piazze di spaccio versando nelle casse della cosca una percentuale degli incassi, spesso molto alti.
Le “mesate” spettavano anche alle donne del clan. Anna Serino, moglie di Carlo Lo Russo, moglie dell’ultimo boss del clan finito in manette, percepiva per la detenzione del marito un “assegno familiare” da 3mila euro al mese. Anche le amanti o le ex fidanzate avevano diritto alla spartizione del patrimonio. Patrizia, donna con cui Carlo ha avuto un figlio, ad esempio, aveva un posto fittizio in ospedale, mentre la moglie spearata di Peppe Lo Russo, Anna, percepiva 1500 euro al mese.