Arrivano due pesanti batoste giudiziarie in due giorni per il clan Mallardo. Il tribunale ha inflitto infatti 150 anni di carcere complessivi ai cinque imputati dell’omicidio dell’autotrasportatore picentino Aldo Autuori, ucciso ad agosto 2015 a Pontecagnano in provincia di Salerno. Secondo l’accusa, ci fu patto con scambio di killer tra cosca giuglianese e clan dell’area stabiese per il racket dei trasporti.
Col rito abbreviato, sono arrivati 30 anni a testa per Francesco Mogavero ed Enrico Bisogni, entrambi ritenuti mandanti dell’esecuzione delittuosa; Luigi Di Martino detto ‘o profeta che avrebbe svolto il ruolo di intermediario con Francesco Mallardo, capoclan di Giugliano e vertice dell’Alleanza di Secondigliano, e Stefano Cecere. È stato assolto invece, per non aver commesso il fatto, Gennaro Trambarulo, ritenuto uno dei due killer. L’altro, Antonio Tesone, è già stato rinviato a giudizio avendo scelto il rito ordinario. I condannati dovranno anche risarcire la famiglia della vittima.
Pochi giorni prima per il clan giuglianese era arrivata però anche un’altra mazzata giudiziaria: ergastolo per i due ras Francesco Napolitano e Michele Olimpio. Sono stati ritenuti responsabili, il primo come mandante ed il secondo detto ‘o bumbularo come killer, dell’omicidio di Mario Di Lorenzo nel ’96. Sono stati incastrati dalla dichiarazioni del pentito deceduto Filippo Caracallo.
Tra pesanti condanne e decessi, la vecchia guardia dei Carlantonio sembra essere quindi ormai in ginocchio anche se, come emerge dall’ultima relazione delle Dia, il clan mantiene un certo potere grazie all’enorme patrimonio accumulato e la capacità negli anni – sottolineano gli 007 – di influenzare anche la vita politica ed imprenditoriale.