Cocaina nelle confezioni della frutta: la rotta della droga passa per Frattamaggiore

Invece degli ananas e delle banane c’erano 500 chili di cocaina. Sequestro record dei Carabinieri di Giugliano questa notte a Frattamaggiore. Gli uomini dell’Arma diretti dal Capitano Coratza hanno scoperto in un capannone alle periferia della città ben 5 quintali di coca purissima proveniente dal Sud America per un valore di 50 milioni di euro. La polvere bianca era nascosta in 20 cartoni con delle confezioni solitamente utilizzate per la frutta. Escamotage spesso utilizzato dai narcos di oltre oceano.

500 chili al posto delle banane: la nuova rotta della droga passa per Fratta

La zona del frattese già da alcune settimane è sotto i riflettori delle Forze dell’Ordine dopo una serie di attentati dinamitardi ai danni di alcune attività: erano state colpite da una raffica di spari tre pizzerie della città. Nei giorni scorsi era stata condotta un’operazione con la DDA che aveva portato, a Frattaminoreall’arresto di sette narcos: tra loro Pasquale Landolfo detto o’ Scagnato.

Il gruppo era legato al clan Pezzella, operativo sui territori di Frattaminore, Frattamaggiore, in guerra contro il clan della 167 di Arzano, faida scoppiata dopo la scarcerazione del boss Monfregolo Giuseppe. Il gruppo di Landolfo, con la complicità di Francesca Cipoletti, stando agli investigatori, gestiva una piazza di spaccio in via Turati e aveva nelle sue disponibilità un vero e proprio arsenale.

Di chi era la droga?

Ancora non è chiaro il ruolo dei clan della zona in questa vicenda. Forse Fratta è soltanto la zona di transito di un ingente passaggio di stupefacenti destinato alle piazze di spaccio della Campania; o forse è l’epicentro di nuovi interessi criminali che hanno costruito una nuova rotta della droga dal sud America all’area nord. La cosa certa è che 500 chili di coca purissima erano pronti a inondare le piazze di spaccio e i salotti della Napoli bene. Toccherà adesso agli investigatori ricostruire la filiera di questa partita di cocaina da 50 milioni. Per ora nessuno può escludere che una parte dei proventi derivanti dalla sua vendita sul mercato potesse servire a finanziare la faida in corso.

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